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TESTO La fede che ci salva

don Luigi Trapelli

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XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/07/2012)

Vangelo: Mc 5,21-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 5,21-43

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Il tema del Vangelo di Marco riguarda la fede che conduce alla salvezza.

Oggi il testo presenta due brani, uno inserito nell'altro. Da una parte vi è la rianimazione della figlia di Giairo e dall'altro la guarigione della donna affetta da perdite di sangue.

In particolare, mi soffermerò sul testo riguardante la figlia di Giairo.

Giairo è un capo, è ricco, però davanti al bisogno si prostra ai piedi di Gesù, implorandolo per la figlia molto malata. Davanti al bisogno, tutti i nostri ruoli saltano e anche le maschere che ci mettiamo addosso: siamo solo bisognosi di aiuto.

Gesù, però, non compie subito il miracolo. Anzi, ne compie un altro, visto che la donna affetta da perdite di sangue, tocca il lembo del mantello di Gesù e viene sanata. Quando i messi di Giairo vanno da Gesù, constatano che la figlia del capo della sinagoga è morta. Gesù invita Giairo ad avere ancora fede. Solo quando la fede di una persona è messa alla prova, tale fede è autentica. La fede si rafforza laddove accettiamo di affidarci a Dio più che agli orizzonti umani.

Nella casa di Giairo entrano i genitori e tre discepoli. Questi discepoli saranno gli stessi della trasfigurazione e della scena del Getsemani. Gesù non lascia entrare le persone incredule. La stessa folla che ha deriso Gesù quando ha detto che la figlia di Giairo non era morta, ma dormiva, viene lasciata fuori.

Gesù fa alzare la bambina usando il termine aramaico Talità Kum e la restituisce alla comunione con i familiari. Gesù impone il silenzio elemento tipico del Vangelo di Marco, perché solo dopo la Risurrezione potranno essere capiti completamente questi segni. Gesù ha compiuto la volontà di Giairo, però ha aspettato e ha agito per la fede di Giairo, nonostante l'incredulità di molta gente. La nostra fede è una fede nel Dio della vita.

La stessa prima lettura afferma che Dio non ha creato la morte e che non gode della rovina dei viventi.

Il nostro Dio è un Dio dei viventi. Gesù non è solo un guaritore, ma un salvatore. Non agisce nella massa anonima, ma instaura un rapporto con la singola persona. La sua azione si collega al credere o meno della persona.

Gesù non elimina la sofferenza, la malattia, la stessa morte, ma offre un nuovo modo di viverle nella fede in Dio che ha sconfitto la morte. Gesù è il Vivente che silenziosamente agisce nella storia delle persone.

Il Vangelo di oggi ci invita a proseguire il cammino di fede anche quando certe situazioni umane sembrano impossibili per credere in un Dio Signore della vita.

Ora Gesù non ci impone più il silenzio. Ci invita a parlare, ad annunciare alle persone che incontriamo, specie coloro che vivono situazioni pesanti, questo messaggio di speranza e di vita. Il Signore è risorto, ha vinto la morte e cammina sulle nostre strade per annunciare che solo in Lui troviamo la salvezza vera.

 

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