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TESTO Commento Giovanni 1,1-18 (forma breve: Giovanni 1,1-5.9-14)

mons. Vincenzo Paglia  

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II Domenica dopo Natale (04/01/2004)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Otto giorni dopo è ancora Natale. La liturgia ripropone il prologo di Giovanni. Continuare il Natale non è un semplice ricordo di un importante evento. La nascita di Gesù interroga ancora, deve anzi continuare ad interrogarci. C'è un'esigenza diffusa di rinascita; tutti ne sentiamo il bisogno. Non è possibile che le cose continuino come sono. Eppure continuiamo a dire che è impossibile cambiare le cose e ancor più difficile trasformare il cuore degli uomini. Il Vangelo del Natale ci dice che si può rinascere. Apriamo il nuovo anno con la prima pagina del Vangelo di Giovanni: "In principio era il Verbo". "In principio", vuol dire "al fondamento", all'origine, alla sorgente della vita.

La Chiesa ci invita a porre all'inizio di questo anno la Parola evangelica. Questo vuol dire rinascere: ripartire dal Vangelo. Se non c'è il Vangelo a fondamento delle nostre giornate, sarà vano il nostro impegno perché saremo privi della luce che è venuta nel mondo. E dobbiamo crescere con il Vangelo, ascoltandolo giorno dopo giorno, sfogliandolo pagina dopo pagina per ascoltarlo e metterlo in pratica. Così diventiamo contemporanei del Vangelo. Le domeniche ci aiuteranno in questo cammino assieme al Signore. Lo seguiremo nell'Epifania, nel suo Battesimo, nella crescita a Nazareth, nella sua missione per le città e i villaggi della sua terra, nella sua passione, morte e resurrezione. Da Natale in avanti il Verbo, la Parola evangelica, deve divenire carne della nostra vita. Per mezzo di essa, infatti, Dio compie la sua opera, la sua storia di salvezza in noi e nel mondo. La salvezza non è una idea ineffabile: Dio si mostra con la comprensibilità della parola. E non è neppure nell'astratto: la parola di Dio si manifesta nella carne, nella vita. Potremmo dire che la parola evangelica chiede di esser veduta, deve divenire fatto, vita concreta. Non a caso i pastori esclamarono: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questa parola che il Signore ci ha fatto conoscere" (Luca 2,15). Quella parola, che era fin da principio, in quella notte divenne carne di un bambino.

Il vocabolo "carne", oltre ad indicare visibilità e concretezza, evoca la condizione di fragilità dell'uomo, manifesta la sua debolezza. Questa è la legge dell'incarnazione che diviene la via anche della rinascita di ognuno di noi. Come si diventa figli di Dio? L'evangelista scrive: "A quanti però l'hanno accolto ha dato il potere di divenire figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati". Si diventa figli di Dio accogliendo il Vangelo. E si cresce manifestando, nella povertà e nella modestia della propria vita, che le pagine evangeliche divengono la carne del nostro vivere.

 

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