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TESTO Commento su Marco 14,22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (10/06/2012)

Vangelo: Mc 14,22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Prendete, questo è il mio corpo... Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti.
Mc 14,22

Come vivere questa parola?
Oggi la Chiesa è in festa! Celebriamo l'Eucaristia; il dono che Gesù ci ha lasciato: se stesso per essere nostro cibo e sostenerci e unirci a Lui lungo il viaggio della vita.
Marco descrive l'evento in modo solenne per testimoniare il posto indispensabile dell'Eucaristia per la Chiesa fin dall'inizio. I discepoli chiedono dove bisogna recarsi per celebrare la Pasqua, festa ebraica memoriale della liberazione dalla schiavitù d'Egitto.
Gesù sceglie intenzionalmente questa ricorrenza per iniziare la sua pasqua. Centrale alla festa ebraica è l'agnello che viene immolato ma Marco non ci accenna neanche perché nell'ultima cena Gesù stesso è l'agnello. Egli si offre al Padre per la salvezza di tutta l'umanità: "Cristo, nostra pasqua, è stato immolato!" (1Cor 5,7). Infatti, la morte e poi la risurrezione realizzano e attualizzano pienamente ciò che la prima pasqua significava.
Quella sera nel cenacolo, in un momento carico d'intensa intimità con i suoi, Gesù cosciente che la sua ora è vicina, si affida a loro in un modo del tutto inimmaginabile: "Questo è il mio corpo ... questo è il mio sangue". Gesù utilizza il semplice pane e vino per farsi sempre presente, disponibile per noi, raggiungibile in una maniera umile e profonda; coinvolge il nostro corpo e il nostro spirito per farci sperimentare qualcosa del mistero d'amore in seno alla Trinità.
Nella mia pausa contemplativa, oggi, mi lascio sprofondare nel mistero; Gesù è il cibo sceso dal cielo. Gesù è Dio che si fa pane per noi!
Signore Gesù, credo alla tua presenza reale nell'Eucaristia! Scendi nel mio cuore e infiammarmi di amore per te e per ogni mio fratello!
La voce di un autore spirituale oggi
Come Dio si fece uomo per noi nel nascondimento, così pure nel nascondimento egli si fa per noi cibo e bevanda. Tanta gente passa vicino all'eucaristia senza curarsene, eppure è il più grande avvenimento che possa accadere tra noi uomini.
Henri Nouwen

 

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