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TESTO Commento su Luca 1,43-44

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Visitazione della Beata Vergine Maria (31/05/2012)

Vangelo: Lc 1,39-56 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,39-56

39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

46Allora Maria disse:

«L’anima mia magnifica il Signore
47e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

49

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;

50

di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

51

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

52

ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;

53

ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.

54

Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,

55

come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

56Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
Lc 1,43-44

Come vivere questa Parola?
"Shalom" pace, il saluto religiosamente pregnante con cui gli ebrei si auguravano reciprocamente la benedizione divina, apportatrice di ogni bene, risuona nella casa di Zaccaria. È Maria a recarlo nel varcarne la soglia. Avvisata della prodigiosa gravidanza della cugina, anziana e sterile, si è affrettata a portare il suo aiuto. Un episodio di affettuosa e familiare premura, certamente non raro tra consanguinei. Eppure quella visita ha qualcosa di straordinario: non la benedizione di Dio, ma il Dio delle benedizioni è entrato in quella casa. Non un semplice augurio di pace, ma la Pace, la Pace messianica si è effusa, e il bimbo ancora chiuso nel grembo di Elisabetta ne è raggiunto e santificato. Il suo sussultare di gioia coinvolge la madre, finora ignara di una presenza, oggetto di attesa lungo i secoli. Dinanzi a lei è l'Arca della Nuova Alleanza, la madre del suo Signore. Ed è un'esplosione di esultanza, un comune elevare a Dio l'inno di riconoscenza e di lode.
"Shalom": è il saluto che fa cogliere la presenza di Gesù al suo ingresso nella storia. "Shalom" pace è il saluto-consegna del Risorto affidato ai discepoli perché impregni di sé la storia, ridestando alla gioia il cuore spento di un'umanità stanca, che ancora oggi si trascina senza neppure aver più il coraggio di credere che essa sia possibile, proprio come Elisabetta, l'anziana sterile. Ma proprio come allora nella casa di Zaccaria reso muto dalla sua incredulità, io, cristiano, sono chiamato a far risuonare oggi il gioioso saluto, annuncio di una presenza di cui sono portatore e che nel gesto del dono disinteressato e generoso si fa tangibile.
La mia pausa contemplativa di oggi sarà riempita dai volti dei molti Zaccaria ed Elisabetta che abitano la mia storia. Ne ascolterò il muto appello, lasciandomene scuotere: come posso donare loro lo "shalom" che a mia volta ho ricevuto?
Signore, ancor chiuso nel grembo materno hai voluto anticipare quel dono di pienezza e di gioia che sei venuto a portarci, e hai chiesto a Maria di farsi tuo portavoce. Oggi lo chiedi a me. Aiutami a risponderti con la prontezza di tua madre, recandomi "in fretta" presso coloro a cui tu mi invii.
La voce di un dottore della Chiesa
Cominciate in voi l'opera della pace, così che rappacificati con voi stessi possiate portare la pace agli altri.
S. Ambrogio

 

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