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TESTO Commento su Giovanni 21,21-22

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Sabato della VII settimana di Pasqua (26/05/2012)

Vangelo: Gv 21,20-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».

24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi».
Gv 21,21-22

Come vivere questa Parola?
Pietro vede Giovanni, l'apostolo che Gesù amava fino a permettergli, durante l'ultima cena, di posare il capo sul suo petto. E chiede che cosa sarà di lui. Gesù risponde con parole che, per un verso, suonano misteriose e per un altro verso sono, anche oggi, salutarmente ammonitrici per noi. Suona misterioso quel dire: "Se voglio che rimanga finché io venga" e gli esegeti si sono accaniti nel voler darne le interpretazioni più diverse. Ma suona attuale e formativo, per noi, quell'interrogazione perentoria: "A te che importa?".
Sì, è attuale, perché troppe volte noi perdiamo tempo e spesso anche la pace del cuore a curiosare dentro la vita i detti e i fatti degli altri. Dovremmo ascoltare Gesù che dice anche a me, a te: "Che t'importa?". Degli altri dobbiamo occuparci nell'ambito di un amore tempestivo, cordiale, operante quando ce ne sia bisogno. Mai invece deve importarci di quello che è responsabilità, libertà, vita altrui.
Che t'importa, dice Gesù. E subito aggiunge: "Tu seguimi".
Ecco l'imperativo che conta! Ecco il faro che si accende sulla mia e sulla tua strada. Seguire Gesù non vuol dire piantare tutto e chiudersi in un convento o entrare in seminario, se non si ha una chiamata speciale. Seguire Gesù vuol dire mettere i piedi nelle orme di lui che ha pensato detto e operato.
Seguire Gesù non è tenere la Bibbia sullo scrittoio, ben rilegata e in formato elegante, significa piuttosto nutrirsi della parola che è nutrimento, luce e salvezza e seguire uno che ha detto: "Io sono la via, la verità, la vita."
La voce di un testimone
Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota / Come il libro ha bisogno di ogni parola / Come la casa ha bisogno di ogni pietra / Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua / Come la messe ha bisogno di ogni chicco / L'umanità intera ha bisogno di te, qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.
Michel Quoist

 

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