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TESTO Commento su Giovanni 21,17

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Venerdì della VII settimana di Pasqua (25/05/2012)

Vangelo: Gv 21,17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,15-19

15Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene».
Gv 21,17

Come vivere questa Parola?
In una delle sue apparizioni dopo la resurrezione, Gesù riconferma ufficialmente il suo mandato a Simone, a cui aveva precedentemente cambiato il nome in Pietro, "roccia" su cui avrebbe edificato la sua chiesa (cf Mt 16,18).
È interessante notare una cosa. Gesù non sceglie come fondamento un uomo che spicca per avvedutezza, per scienza, per bravura eccellente in altri ambiti. Gesù sceglie Pietro e quello che potremmo chiamare l'esame di idoneità è sull'amore. Non una volta, ma per ben tre volte il Signore chiede a Pietro: Mi ami? Ed è naturale che l'apostolo, alla terza volta, mostri il suo turbamento. Ma quello che ci colpisce favorevolmente è la modalità della risposta: "Tu sai tutto. Tu sai che ti amo". Come se Pietro dicesse: Tu mi conosci bene, tu sai che ti ho rinnegato. L'ho fatto per paura, per debolezza. Tu che mi guardi dentro vedi che nel mio cuore c'è l'amore vivo, sincero fino in fondo.
Ecco, anche nel nostro itinerario esistenziale ci sono state cadute, forse rinnegamenti vari. Quel che importa è credere fino in fondo che Colui che tutto conosce di noi, vede anche il desiderio sincero che ora ci abita: quello di amarlo, di seguirlo nell'ascolto e nella pratica di quel che, giorno dietro giorno, egli viene dicendoci.
Grazie, Signore! Credo al tuo amarmi. Credo alla forza che mi dai per vivere come tu mi insegni.
La voce di un beato
L'amore consiste non nel sentire che si ama, ma nel voler amare; quando si vuol amare, si ama; quando si vuol amare sopra ogni cosa, si ama sopra ogni cosa. Se accade che si soccomba a una tentazione, è perché l'amore è troppo debole, non perché esso non c'è: bisogna piangere, come San Pietro, pentirsi, come San Pietro, umiliarsi, come lui, ma sempre come lui dire tre volte: "Io ti amo, io ti amo, tu sai che malgrado le mie debolezze e i miei peccati io ti amo".
 Beato Charles de Foucauld

 

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