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TESTO Commento su Giovanni 15,1-8

padre Paul Devreux

V Domenica di Pasqua (Anno B) (06/05/2012)

Vangelo: Gv 15,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,1-8

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

Gesù si presenta come la vite. Quando nella Bibbia si fa riferimento alla vigna, si pensa a quella piantata da Dio, e cioè il suo popolo Israele, ma Gesù non dice di essere la vigna ma la vite, cioè un ceppo unico, dal quale partono i tralci capaci di portare frutto.

Il Padre taglia e pota questi tralci con l'amore che ogni vignaiolo ha per la sua vigna, affinché produca frutti buoni, e questa è la buona notizia. Noi siamo i tralci che il Padre desidera aiutare a portare frutti buoni, affinché possiamo realizzarci ed essere creature felici. Tagliare e potare è la stessa cosa; sono attenzioni, gesti di premura. Lui non vuole separare i buoni dai cattivi, ne tanto meno mandare i suoi figli all'inferno. Desidera solo aiutarci e la forbice che usa è la Parola, la quale è più tagliente di qualsiasi altra cosa e svela le intenzioni dei cuori. Se l'ascoltiamo vediamo subito cosa in noi ci aiuta ad amare e a fare del bene, e cosa è di ostacolo e va eliminato.

Insisto col dire che Dio non ci ordina di portare frutto, ne di rimanere legati a lui, ma lo desidera per noi, per il nostro bene. Lui sa che lontano da Lui ci inaridiamo e la vita si svuota di senso. Perciò c'invita a rimanere vicino a Gesù, fonte della linfa', della vita, per nutrirci di lui e così ricevere la forza necessaria per portare frutto. Domenica prossima vedremo cosa sono questi frutti, ma per ora ciò che conta è cogliere la proposta di Gesù; rimanere in Lui, rimanere in comunione, in sintonia con lui per diventare suoi discepoli, capaci di costruire qualche cosa in questo mondo, dove pochi riescono ad essere ancora ottimisti. Attacchiamoci a Lui e alla sua Parola.

 

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