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TESTO Custodiscili nel tuo nome

don Romeo Maggioni  

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VII domenica T. Pasqua (Anno B) (20/05/2012)

Vangelo: At 1,15-26; 1Tm 3,14-16; Gv 17,11-19 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 17,11-19

11Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

12Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

15Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.

Gesù è salito al cielo e la Chiesa ricorda la sua promessa di assistenza nei passi che ora intraprende nel mondo. E' la grande preghiera di Gesù, fatta con commozione, come suo testamento alla vigilia della passione. "Padre, io non sono più nel mondo, essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome".
La Chiesa è stata voluta da Gesù, fondata sui Dodici Apostoli da lui raccolti; il numero dodici dice il prolungamento dall'antico Israele. Al venir meno di Giuda, si ricostituisce il numero.

Ma soprattutto la Chiesa è fondata sullo Spirito Santo e la preghiera stessa di Gesù, perché sia fedele alla verità e unita nell'amore. E' tutta la sua efficacia e la sua forza. E la sua missione: testimone del Signore Gesù.
1) MANDATI NEL MONDO
"Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo". Gesù vuole che la sua opera prosegua attraverso la Chiesa, fondata sugli Apostoli. E' stata sua scelta precisa: "Salì sul monte, chiamò a se quelli che voleva ed essi andarono con lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli - perché stessero con lui e per mandarli a predicare" (Mc 3,13). Al venir meno di Giuda, Pietro si affretta a ricostituire il numero dei Dodici, e la scelta cadde su Mattia. Così aveva pregato: "Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato" (Lett.). E' Dio che sceglie, come aveva fatto Gesù: "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto" (Gv 15,16). Anche Paolo rivendicherà la sua scelta straordinaria, avvenuta sulla via di Damasco: "apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio" (Rm 1,1).
L'apostolo è testimone di Cristo; in particolare proprio quelli che sono chiamati a dire la loro esperienza diretta con Gesù, come con enfasi Giovanni dirà di sé: "Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita, noi lo annunciamo anche a voi" (1Gv 1,1-3). Per questo Pietro lo porrà come criterio per la scelta: "Bisogna che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione" (idem). In questo senso concreto - cioè di testimoni diretti e oculari - si dice della nostra Chiesa essere "apostolica".
Criterio - questo dell'esperienza personale di Gesù - che certamente si estende agli altri "apostoli", continuatori della loro missione di testimoni. Già ai primi discepoli Gesù aveva chiesto una sequela che era condivisione di vita: "Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui" (Gv 1,39). Per tre anni fu una convivenza che trasmise loro tutta la ricchezza dell'amore stesso di Dio Padre: "Vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi" (Gv 15,15). "Come il Padre ha amato me, anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore" (Gv 15,9). Per loro usò tutta la cura possibile: "Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome e li ho conservati". E' l'esperienza con Gesù la radice dell'apostolato anche oggi; per questo Gesù dirà a Pietro: "Se mi ami.. pasci!" (Gv 21,15ss).
2) CONSACRATI NELLA VERITA'
La prima preghiera di Gesù è perché i suoi discepoli siano ben fermi nella professione di fede: "Consacrali nella verità. La tua parola è verità". E' la parola di Dio che Gesù ha trasmesso, e che Paolo così sintetizza: "Non vi è dubbio che grande è il mistero della vera religiosità: egli fu manifestato in carne umana e riconosciuto giusto nello Spirito, fu visto dagli angeli e annunciato fra le genti, fu creduto nel mondo ed elevato nella gloria" (Epist.). Gesù darà ai suoi lo Spirito Santo, il Paràclito, colui che starà al loro fianco: "vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto" (Gv 14,26). "Consacrati nella verità", carisma dell'infallibilità nell'interpretare la Scrittura dato alla Chiesa, "colonna e sostegno della verità" (Epist.). Per Pietro in particolare Gesù aveva pregato: "Io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,32).
La seconda preghiera è per l'unità, la comunione interna, quale prolungamento dell'unione Trinitaria: "Custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi". E Luca dice che davvero "la moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuor solo e un'anima sola.., e fra loro tutto era comune" (At 4,32). Ma più profondamente Gesù parlerà di una comunione non come ma con la stessa Trinità: prega "perché tutti siano un sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità" (Gv 17,21.23). Comunione certamente finale: "Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato" (Gv 17,24). Ma comunione già da oggi, con l'inabitazione Trinitaria nel cuore del credente: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).
La terza preghiera di Gesù è "perché tu li custodisca dal Maligno". Tentazioni interne e persecuzioni esterne. "Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo". "La Chiesa- dice il Concilio - prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio" (LG 8). Persecuzioni anche di oggi, nella sottile emarginazione del nostro secolarismo europeo, e nell'aperta persecuzione del fondamentalismo in Asia. Ma Gesù aveva promesso: "Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa" (Mt 16,18). Veramente il Signore custodisce la sua Chiesa: nonostante duemila anni di guerre, interne ed esterne, la Chiesa è realtà ancora oggi viva e duratura.
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Salito al cielo Gesù invia lo Spirito a dare sostanza alla sua Chiesa: "Quando verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà a tutta la verità" (Gv 16,13); assieme a forza e missione: "Riceverete la forza dello Spirito che scenderà su di voi, e mi sarete testimoni fino alla fine della terra" (At 1,8). La Pentecoste si attualizza anche per la nostra Chiesa di oggi; come allora gli Apostoli, anche noi aspettiamo l'effusione dello Spirito "perseverando concordi nella preghiera, con Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui" (At 1,14).

 

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