PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!

don Luca Orlando Russo

don Luca Orlando Russo è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

III Domenica di Pasqua (Anno B) (22/04/2012)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,35-48

35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

Se c'è un brano nel quale è chiaro il perché Gesù dopo la sua risurrezione si fa vedere ai suoi discepoli, è proprio quello che ci viene offerto dalla liturgia di questa terza domenica di Pasqua. I discepoli, infatti, credevano di conoscere Dio. Educati nella fede sin dall'infanzia, alla scuola della tradizione dei padri, essi conoscevano a memoria le sacre Scritture e gli insegnamenti dei saggi d'Israele... Ma la morte di Gesù smentì ogni loro convinzione, al punto di dover riconoscere che di Dio, fino a quel momento, non avevano compreso assolutamente nulla.

Già nelle parole dei due di Emmaus (il brano che precede quello di oggi) è chiaro che chi aveva seguito Gesù era convinto che Gesù era il Figlio di Dio, il Messia atteso, il consacrato di Dio, che avrebbe riportato il regno di Dio in mezzo agli uomini. Ma il suo arresto nel Getsemani aveva convinto i discepoli ad abbandonarlo, Pietro non riconosceva più il suo maestro e Giuda si era perfino spinto a consegnarlo alle autorità, forse sperando che davanti a loro Gesù avrebbe alla fine rivelato la sua identità. Gli eventi tragici della passione e della morte facevano di Gesù un maledetto, abbandonato da Dio. Sulla croce, appeso a quel legno non sarebbe mai potuto finire il Figlio di Dio. Era ora di riprendersi da quella brutta storia, avevano riposto nell'uomo sbagliato le loro attese e ora non restava altro che trovare la forza di ricominciare, ritornare a vivere dopo una profondissima delusione. Ma, quando già qualcuno aveva trovato il coraggio di ritornare alla propria vita, il fantasma dell'eroe che miseramente aveva finito i suoi giorni, ricompare sulla scena.

Che fatica per Gesù convincerli che non era un fantasma, ma un uomo, in carne ed ossa, ritornato alla vita o, se vogliamo dirla tutta, un uomo che aveva attraversato la morte con l'unica forza che nemmeno la morte può distruggere, la forza dell'amore che proprio nel suo morire aveva dimostrato tutta la sua vitalità.

Cose da pazzi! Sì, sembra una follia e così appare ancora oggi. La follia di un amore che si perde continuamente a servizio della vita e si leva dalla morte solo per continuare a morire per amore, per essere per sempre servo per amore.

Poveri discepoli: il maledetto, appeso al legno della croce, mostrava di essere più vivo che mai e non c'era possibilità di errore. Le ferite sono le sue, quelle di chi ama fino alla morte ed è pronto a morire fino a quando l'ultimo uomo della terra non è convinto che la croce è la rivelazione massima e definitiva dell'amore e che Dio ha il volto di Cristo Crocifisso.
Buona domenica e buona settimana!

 

Ricerca avanzata  (53985 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: