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TESTO Commento su Giovanni 6, 5

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della II settimana di Pasqua (20/04/2012)

Vangelo: Gv 6, 5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Gesù disse a Filippo: Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?
Gv 6, 5

Come vivere questa parola?
Oggi la liturgia ci fa pensare ad un altro dono pasquale: l'Eucaristia, pane che diventa Corpo e Sangue di Cristo, sigillando la nuova ed eterna Alleanza di ognuno con il nostro Dio Salvatore, e unificando tutti gli uomini come fratelli in Cristo.
Per Filippo risulta impossibile sfamare tanta gente; per Andrea i mezzi disponibili (alcuni pani e pesci) sono insufficienti, ed è quasi ridicolo nominarli. Eppure, per Giovanni: "(Gesù) sapeva quello che stava per compiere". Egli prende in mano il pane proprio in una giornata vicina alla Pasqua degli ebrei e lo moltiplica per saziare la folla.
Nella prossimità di un'altra Pasqua, la Pasqua della Salvezza, Gesù dona se stesso come Pane per riempire un vuoto spirituale, per stare con noi e accompagnarci lungo la strada della vita, testimonianza del suo desiderio ardente di rimanere con noi, di abitare dentro di noi. Così, Gesù proclama che egli è il Messia atteso. La folla risponde volendolo fare re, ma Gesù prosegue nel progetto di Dio secondo la logica del chicco di grano.
Nella mia pausa contemplativa, voglio rivivere l'esperienza del giovedì santo, la Cena del Signore, quando Gesù ha detto: "Questo è il mio Corpo dato per voi ... Questo è il mio sangue della Nuova Alleanza ... Fate questo in memoria di me".
Signore Gesù, Grazie! Grazie del dono di te stesso nella forma familiare e intima del pane; rimani con me sempre e insieme spezzeremo il pane di vita e di solidarietà con tutti i fratelli.
La voce di un autore di oggi
Dicendo "io sono con voi" il Risorto ha dichiarato solennemente che egli è tensione relazionale a noi. È per questo che, per il dono impareggiabile dell'Eucaristia, ha voluto lasciarci il pegno di di quella sua reale e dinamica presenza che ci trasforma nel corpo ecclesiale ai ritmi delle nostre comunioni alcorpo sacramentale, fin tanto che potremo dire "Maràna Ta, Signore nostro, vieni!".
Cesare Girando

 

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