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TESTO Mangiare e bere

don Luciano Cantini  

Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno B) (08/04/2012)

Brano biblico: At 10,34a.37-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni

Inizia l'annuncio dell'apostolo Pietro a Cornelio ed i suo familiari: in poche parole raccoglie l'esperienza di Gesù e con Gesù. Come è avvenuto nella rilettura in chiave di fede di tutta la storia del popolo d'Israele così come è raccolta nei libri del primo testamento, Pietro rilegge l'esperienza vissuta con il maestro come esperienza di fede.

La dimensione storica dell'evento Cristo è sottolineata dalla indicazione dei luoghi: la Galilea, Nazaret, la Giudea, Gerusalemme. Gesù della storia ha percorso quelle strade, lì ha concluso la sua esperienza terrena.

come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret

L'esperienza storica di Gesù è anche esperienza di Dio, il lui Dio manifesta la sua potenza, perché Dio era con lui.

Ma il rapporto con Gesù è stato soprattutto umano. Pietro non racconta gli insegnamenti del maestro, la sua dottrina, piuttosto descrive l'atteggiamento di compassione e di liberazione di quel Gesù che passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo.

Pietro, insieme agli apostoli, dichiara di essere il testimone privilegiato di quanto è accaduto e ne racconta sinteticamente i fatti fino alla resurrezione. Lo descrive sottolineando di aver mangiato e bevuto con lui. È questa familiarità umana che indica la predilezione del Signore nella sua manifestazione di risorto. Per quanto la resurrezione sia opera di Dio, tanto la sua manifestazione necessita di umanità, di una umanità semplice che si tesse di quotidiano.

Al mondo di oggi in cui gli effetti speciali non stupiscono più nessuno, ormai abituato alla esaltazione della potenza e a manifestazioni di ogni tipo è necessario recuperare il senso del quotidiano, dell'umanità semplice che sa mangiare e bere insieme, che sa spezzare il pane.

La quotidianità dell'umanità è il luogo della manifestazione del divino. La fatica del vivere, delle relazioni, la condivisione della vita stessa, la nostra storia umana è inscindibilmente anche storia di salvezza in cui Dio manifesta la sua presenza e la sua forza di liberazione. È necessario accogliere la storia con serena umiltà, saperne leggere i segni della rivelazione, le indicazioni che Dio ci regala per scoprire la resurrezione.

Pietro, raccontando che Gesù passò beneficando e risanando, ci racconta, in qualche modo che la resurrezione non è un atto puntuale, il fatto di un istante, ma accompagna la vita - così come la morte. Tutta la vita di Gesù è manifestazione della vita che prorompe; non necessariamente dobbiamo pensare a Lazzaro o alla vedova di Naim o alla figlia di Giairo che sono tornati in vita, ma la presenza stessa del Signore è manifestazione di resurrezione.

"Chi ama la propria vita, la perde" chi la tiene stretta per sé e non ne fa un dono la consegna inesorabilmente a quella morte che si contrappone alla vita, ma "chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna" facendo morire la vita, nella solidarietà, nella condivisione, nella liberazione si consegna alla resurrezione.

 

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