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TESTO Domenica delle Palme

mons. Antonio Riboldi

Domenica delle Palme (Anno B) (01/04/2012)

Vangelo: Mc 14,1-15,47 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Azzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturarlo con un inganno per farlo morire. 2Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

3Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. 4Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? 5Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.

6Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. 7I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. 8Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. 9In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

10Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. 11Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

17Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 27Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:

Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse.

28Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 29Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». 30Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». 31Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

32Giunsero a un podere chiamato Getsèmani ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». 33Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. 34Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». 35Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell’ora. 36E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». 37Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? 38Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 39Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. 40Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. 41Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l’ora: ecco, il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. 42Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

43E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. 44Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». 45Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. 46Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. 47Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. 48Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. 49Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!».

50Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. 51Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. 52Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

53Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. 54Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco.

55I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. 56Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. 57Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: 58«Lo abbiamo udito mentre diceva: “Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d’uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d’uomo”». 59Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. 60Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all’assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 61Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». 62Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire con le nubi del cielo».

63Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? 64Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte.

65Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa’ il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

66Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote 67e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». 68Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l’ingresso e un gallo cantò. 69E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». 70Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». 71Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». 72E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

1E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. 2Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 3I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. 4Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi nulla? Vedi di quante cose ti accusano!». 5Ma Gesù non rispose più nulla, tanto che Pilato rimase stupito.

6A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. 7Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. 8La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. 9Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». 10Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. 11Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. 12Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». 13Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». 14Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». 15Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

16Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

21Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo.

22Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 23e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. 24Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. 25Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. 26La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». 27Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra. 28[..]

29Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30salva te stesso scendendo dalla croce!». 31Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

33Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. 34Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 35Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». 36Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». 37Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

38Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. 39Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!».

40Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, 41le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

42Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, 43Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. 44Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. 45Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. 46Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. 47Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

Ci volle un gran coraggio - che è la natura dell'amore - da parte di Gesù per entrare in Gerusalemme quel giorno delle Palme. Lui sapeva molto bene e lo avevano avvertito i suoi, gli Apostoli, che il vaso dell'odio e della volontà di toglierLo di mezzo, in coloro che Gesù, disturbava, perché addirittura metteva in crisi la religione dei padri come da loro era interpretata e insegnata, ormai traboccava. Non si sapeva come questo odio potesse esplodere, ma gli Apostoli percepivano che questa volta poteva succedere qualcosa di tragico; certo non immaginavano neppure che sarebbe finita, come poi accadrà, con l'arresto, la passione e la morte in croce del loro amato Maestro. Eppure Gesù li aveva preparati alla Sua fine.

Aveva detto che Lui un giorno sarebbe salito a Gerusalemme e lì gli scribi e i farisei - ossia quei custodi della legge che Gesù non esitava a definire 'ipocriti' per il fatto che erano esigenti nel pretendere l'osservanza della legge, che trasgredivano con facilità, 'nascondendosi' dietro un'immagine di un Dio padrone e non il vero Dio d'Israele, che sempre è stato per il Suo popolo un Padre premuroso - innocente, Lo avrebbero fatto arrestare, flagellare e condannare a morte, con la sola colpa di essere la VERITA' e l'AMORE.

Più volte Gesù aveva affermato che sarebbe stato arrestato e messo a morte, ma che poi il terzo giorno sarebbe risorto, e, con la sua morte e resurrezione, avrebbe aperto a tutti la possibilità della resurrezione, la nostra resurrezione!

Chissà con quanta tristezza nel cuore Gesù andava con il suo pensiero alla sorte che gli sarebbe toccata. E fa una grande impressione, al solo leggere il Vangelo, pensare a Gesù che nella notte del Giovedì, dopo avere celebrato la Pasqua con i suoi, si ritira solo nel Getsemani a pregare, chiedendo la compagnia dei tre diletti apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni.

Quante volte, anche noi, nel momento del dolore e della prova, ci sentiamo come Gesù che suda sangue e cerca la compagnia e il sostegno degli amici, che erano a due passi da Lui.

Ma li trova addormentati. Era davvero solo a soffrire: una sofferenza che, sapendo quello che Lo attendeva, gli fa dire: 'Padre, se è possibile, passi da me questo calice '.

Una preghiera che, se fosse stata accolta dal Padre, avrebbe annullato la nostra possibilità di partecipare alla resurrezione.

Ma Gesù è l'Amore, un Amore che non conosce confini e limiti, ecco dunque la sua consapevole scelta e decisione, come uomo e come Dio: 'ma si compia in me la tua volontà".

Suscita tanta tristezza il racconto di Gesù che cerca conforto negli apostoli, che aveva scelto, con cui aveva condiviso tutto, volendoli in quel sublime momento vicino a Sé, e... li trova addormentati! Sono scene che richiamano tante volte la nostra storia nel dolore.

Quante volte cerchiamo compagnia e conforto e troviamo solitudine! E, ancor peggio, quante volte siamo 'addormentati' di fronte alle richieste di aiuto di chi è nel dolore!!

Quanti insegnamenti ci offre Gesù per la nostra vita, quando soffriamo o quando dovremmo essere un sostegno per chi soffre.

Ma Gesù conosce la nostra debolezza e non si scandalizza. Infatti solo qualche giorno prima della Sua Passione, si era abbandonato all'amore espresso da chi lo accoglieva portando le palme.

Oggi, ricordiamo quel momento di festa, in cui prevalse in tutti un senso o una voglia di pace.

E' bello anche per noi metterci al seguito di Gesù nel solenne ingresso in Gerusalemme.
Così lo racconta Marco:

"Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Betfage e Betania, presso il Monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse: 'Andate nel villaggio, che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale mai nessuno è salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: 'Perché fate questo?' rispondete: 'Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito'.

Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada e lo sciolsero.

E alcuni dei presenti però dissero loro: 'Perché fate questo?'. Risposero: 'Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito' e li lasciarono fare.

Essi condussero l'asinello da Gesù e vi gettarono sopra i loro mantelli ed Egli vi montò sopra.

E molti stendevano i propri mantelli sulla strada ed altri delle fronde che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi e venivano dietro, gridavano: 'Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli! '. (Mc. 11, 1-10)

E' stato davvero un atto di gioia e coraggio quello di Gesù, osannato da gente semplice che vedeva in Lui il Messia che suscitava tanta speranza: una speranza che non ha le sue basi nella pomposità degli uomini, che amano esibirsi, ma nella semplicità che ha radici nella povertà di spirito.

Sono davvero gli umili, la gente semplice, quella che, anche oggi, 'vede' oltre le apparenze e fa festa a Gesù, che è tra di noi.

Entrare nella vita, cavalcando un asino e attorniato da gente modesta, non so se possiamo chiamarlo, secondo i nostri parametri moderni, un 'trionfo'. Noi siamo abituati ad altro ed è per questo che non riusciamo a scorgere ed accogliere la bellezza della Pasqua.

Ma per i credenti ci si commuove oggi, celebrando la domenica delle Palme, anche solo tentando di intuire i sentimenti nel cuore di GESÙ, che, conoscendo le Scritture sul Servo sofferente, ben sapeva ciò che lo attendeva in settimana: non più la dolcezza e spontaneità dei 'piccolì, ma la furia dell'odio di altri che non Lo sopportavano.

Il racconto della passione di Gesù, che la Chiesa ci offre oggi, in chi sa entrare nello spirito del Vangelo, ha sempre un effetto profondo nel suo cuore.

Subito ci viene da identificarci con qualche personaggio che ha un ruolo, più o meno importante nella vicenda. Viene da chiederci "Io chi sono?". Forse Pietro che nel pericolo Lo rinnega? O Maria di Magdala che lo segue nella via del Calvario fin sotto la croce, condividendo dolore e umiliazione? O Pilato che si lava le mani per non avere fastidi, anche se questo suo non assumersi responsabilità, significa aprire la strada a ingiustizie e crimini? O forse, seppur in momenti diversi, un po' di ciascuno di loro vive in noi?

Per questo, nonostante le nostre fragilità e le nostre infedeltà, siamo chiamati, come ogni uomo, ad accompagnare Gesù sul Calvario, per essere inondati dal fiume di misericordia che sgorga dal suo costato. Sarà questo lo spirito con cui vogliamo vivere in questa settimana Santa?

Lo auguro di cuore a tutti per uscire 'nuovi', davvero risorti a vita nuova nella Pasqua.
Auguri di una buona e santa Settimana!

INVITO ALLA PARTECIPAZIONE, NELLA FEDE, AI RITI DELLA SETTIMANA SANTA.

Chiamiamo, quella che precede la Pasqua, Settimana santa, perché in essa non solo ricordiamo, ma siamo chiamati a partecipare alle stupende liturgie, in cui si compiono i Misteri che si celebrano. Partecipando alle varie celebrazioni, si ha come l'impressione di vedere all'opera l'amore di Dio, che, per associarci di nuovo alla Sua famiglia, 'si serve' del Figlio per farci persone nuove, degne di far parte della Loro stessa famiglia, compiendo atti che non sono un ricordo, ma memoria attuale e fondamenta della vita della Sua Chiesa.

Non è concepibile per un fedele fermarsi al 'folklore' esterno, che tante volte circonda le varie liturgie. Basta pensare ai cosiddetti 'sepolcri', che si allestiscono, la sera del giovedì santo, o alle tante 'scenografie' della Via Crucis nella notte della Pasqua di Resurrezione.

Sono simboli o rappresentazioni degli avvenimenti, ma occorre, nella fede, 'entrare e partecipare' alla grande Opera divina, al Mistero, che si compie.

Non dobbiamo restare solo spettatori, ma diventare credenti, che vogliono farsi coinvolgere, con tutto il loro essere, dal Mistero di Amore che è la Pasqua di resurrezione di Cristo e nostra.

GIOVEDÌ SANTO: in tutte le cattedrali delle Diocesi al mattino i presbiteri celebrano la festa del sacerdozio, alla presenza e in comunione con il proprio vescovo.

La S. Messa è detta del S. Crisma, perché vengono benedetti e consacrati gli OLI SANTI.

Alla sera vi è la solenne celebrazione Eucaristica, definita 'In Coena Domini', ossia 'nella Cena del Signore'. È la solennità della 'prima Comunioné della Chiesa, rappresentata dagli Apostoli, con il

Corpo e Sangue di Gesù, donato per sempre quella sera. Una Cena che è la grande manifestazione di Dio che si fa Dono, Pane di Vita, per noi: 'Mistero grande della fede'.

È qui che si misura quanto conta l'Eucarestia per noi: se poco o se tanto. Ognuno deve chiederselo. Durante la S. Messa vi è la lavanda dei piedi: da Gesù impariamo cosa voglia dire 'essere servi' del fratello, chinandosi con gioia per 'lavargli i piedi'. Non è dare cose, ma 'donare noi stessi', la nostra attenzione, il nostro ascolto, il nostro tempo, la nostra accoglienza....

Segue quindi l'esposizione del SS. mo Sacramento per l'adorazione, in quello che un tempo si chiamava 'sepolcrò.

Al Gloria vengono 'legate' le campane che non suoneranno più fino alla Resurrezione.

VENERDÌ SANTO: alle tre del pomeriggio si legge il Passio, quindi vi è il bacio della Croce, come atto di devozione ed amore e la S. Comunione. In tanti luoghi dopo si partecipa alla Via Crucis per le vie cittadine. Noi con chi siamo, il venerdì santo?

Con Maria, Giovanni e le donne a ricordare in Chiesa la passione e baciare il Crocifisso, in attesa della speranza... della resurrezione? O siamo vittime della paura, propria di chi fugge perché non trova più una ragione nella speranza e nel perdono? Ma, se così, dove possiamo andare?

Oppure, Dio non voglia, siamo tra quelli che giocano la vita sull'egoismo, a cui non interessa più che Dio abbia fatto dono del Figlio, per permetterci di uscire dal sepolcro dei nostri peccati e tornare a conoscere la vera vita, senza avere consapevolezza che questa è la vera strada per crocifiggersi... ma senza speranza?

Non si può conoscere la bellezza della vita, se non si conosce l'amore e..... Colui che è l'Amore! SABATO SANTO: la Chiesa, in attesa della resurrezione 'tace'. Normalmente verso mezzanotte si celebra la Pasqua di Resurrezione, preceduta dalle letture che sono il racconto dell'amore di Dio verso di noi. Si accende il cero pasquale che sarà esposto come segno di Cristo, Luce del mondo. Fino al canto del Gloria e il rinnovato suono delle campane, espressione della gioia ritrovata per la Resurrezione del Maestro, anticipazione della nostra stessa resurrezione.

SONO GIORNI CHE RACCONTANO, CELEBRANO E FANNO MEMORIA - CIOÈ ATTUALIZZANO - LA NOSTRA. SALVEZZA. È UN GRANDE ATTO DI FEDE E DI RINGRAZIAMENTO PARTECIPARE.
Noi ci saremo?

Invochiamo lo Spirito, che ci introduca nel cuore del Mistero della Settimana santa.

Consentiamo a Dio, con fiducia nella Sua Misericordia, di operare nella nostra esistenza, donandoci la Sua pienezza di Vita eterna, oggi quaggiù e domani presso di Lui.

 

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