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TESTO E' nato per noi il Salvatore

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Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2003)

Vangelo: Gv 1,1-18 (forma breve Gv 1,1-5.9-14) Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Natale, la festa più popolare, più universalmente sentita e celebrata! Forse ha perduto il suo vero significato, sfigurata da un cumulo di regali, di veglioni e di feste folcloristiche... Vediamo cosa dev'essere per noi cristiani questa festa.

- E la festa dell'amore. Essa ci rivela in maniera stupenda fino a qual punto è arrivato l'amore di Dio per gli uomini. Quando essi con la loro superbia e la loro ribellione avevano perduto tutti i doni ricevuti in origine, Dio stabili di strapparli dalla loro miseria e perfino - mistero inaudito - di elevarli alla dignità di figli. E in che modo? Nessuno avrebbe potuto immaginarlo. Mandando il Figlio suo sulla terra affinché', divenuto uomo nel seno di una vergine, comunicasse agli uomini la sua vita divina. E a quale prezzo? Quello del presepio, col suo compimento che è la croce.

- E quindi è anche la festa della speranza. Come possiamo abbandonarci alla tristezza, all'angoscia, alla disperazione, quando ci sappiamo amati da Dio in tale misura? Il Figlio suo Gesù Cristo non è qui presente in mezzo a noi? Tutti i giorni è natale: egli ci libera dai nostri peccati, dal nostro egoismo, dalla nostra superbia; egli dissipa le nostre tenebre, ci guida, ci sostiene nel nostro cammino faticoso. Con lui la nostra vita prende un significato nuovo:

essa non sfocerà nel nulla, ma nella pienezza della felicità in Dio. Si, abbiamo ragione di ripetere: "Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama".

 

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