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TESTO Se il chicco di grano...

don Roberto Seregni  

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V Domenica di Quaresima (Anno B) (25/03/2012)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,20-33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

L'ho scoperto per caso e mi sono quasi commosso. Loro nemmeno sanno che lo sto scrivendo. Le immagino sul pullman verso Sondrio, ancora un po' assonate e con l'agenda della quaresima in mano. Ogni anno la regalo ai ragazzi delle superiori e spero che per ciascuno di loro sia un buon strumento per vivere al meglio questi quaranta giorni. Le immagino in mezzo ad altri studenti che ripassano o sonnecchiano con i loro Ipod. Loro leggono il Vangelo del giorno, meditano il commento e si scambiano qualche riflessione. Che spettacolo!

A volte sembra di seminare tanto e con fatica, ma di raccogliere poco. A volte nulla. Forse non siamo capaci di vedere o di attendere. Forse abbiamo la presunzione di vedere secondo le nostre attese e non siamo capaci di cambiare il nostro sguardo sulla realtà.

Il seme va piantato, ma bisogna aspettare che muoia per portare frutto. E a volte questi germogli spuntano davanti agl'occhi nei luogo e nei tempi più insospettabili...

Lo abbiamo meditato qualche sera fa con un gruppo di giovani leggendo il brano di questa domenica. Dopo aver letto con attenzione il testo ho cercato di spiegare che il verbo utilizzato da Giovanni per tradurre la richiesta dei greci a Filippo non indica un semplice "vedere", ma un andare al di là delle apparenze, un vedere per conoscere e per capire. Una ragazza del gruppo ha commentato: "Che bulli ‘sti greci, avevano capito tutto!"

Proprio tutto non sono così sicuro, ma certamente avevano nel cuore un desiderio grande. Ma questo non basta: non solo bisogna desiderare di "vedere" Gesù, ma essere pronti ad accogliere le modalità sorprendenti e inattese con le quali il Rabbì - ieri come oggi - si fa presente nella storia.

Forse i greci si aspettavano una rivelazione trionfale, invece Gesù si presenta come il seme che sprofonda nell'oscurità della terra per marcire e portare frutto. La potenza di vita nascosta nel seme è sottratta alla vista, così come la fecondità della Croce è scambiata per sterilità e follia da chi non si abbandona alle parole del Maestro.

Come il seme assorbe acqua e nutrimento nell'oscurità della terra e si prepara ad esplodere di vita, così ciascuno di noi è chiamato in questo cammino quaresimale a lasciarsi inzuppare dalla Parola per essere pronto a esplodere di vita nella celebrazione della Pasqua.

Buona settimana
dR
www.sullatuaparola.wordpress.com

 

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