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TESTO Riformare il culto e la vita

don Luigi Trapelli

III Domenica di Quaresima (Anno B) (11/03/2012)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

La Quaresima è un tempo in cui convertirci e cambiare mentalità.

Due sono le proposte che il Vangelo e la prima lettura ci offrono.

La riforma del culto e quella della nostra vita morale.

Nel Vangelo di Giovanni troviamo un Gesù diverso da come lo immaginiamo.

Rovescia a terra i banchi e le gabbie di animali, perché non vuole che il tempio diventi un luogo di mercato e di contrattazione, ma un autentico luogo di preghiera.

Il vero tempio sarà il suo corpo, un corpo che verrà distrutto, ma che ritornerà in vita il terzo giorno.

E' chiaro il riferimento alla Pasqua, alla sua morte e risurrezione.

Gesù invita a non compiere un culto ipocrita, smettendo di presentare richieste inutili poiché non si può sopportare delitto e solennità.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato un altro insegnamento in riferimento alla legge morale e alla vita partendo dal decalogo.

I dieci comandamenti, che le persone di una certa età conoscono bene e a memoria, rappresentano gli argini del popolo di Israele per non uscire dai rapporti naturali tra le persone.

Per il popolo di Israele, tali comandamenti erano il frutto della loro uscita dall'Egitto.

Prima sperimento un Dio che mi salva e allora di conseguenza ho un rapporto di alleanza con Lui!

Detto in termini ancora più semplici, quando nasce l'amicizia con delle persone, allora si creano delle leggi, dei modi che regolano il nostro rapporto con loro, senza vederli come una costrizione.

La venuta di Gesù pone un segno inequivocabile di cosa sia lo spirito dei comandamenti riassumendoli nei due principali: l'amore verso Dio e verso i fratelli.

Cosa significa, allora, riformare il culto e la vita?

Significa che non ha senso compiere un culto laddove non onoriamo il padre e la madre, magari abbandonandoli nella loro vecchiaia o comunque se la nostra vita prosegue tra menzogne o raggiri.

E' pagare le tasse alla società con ovviamente il problema di uno stato che dovrebbe tassare di meno.

E' nel modo con il quale ci comportiamo nel commercio, con i dipendenti sul lavoro, nel modo in cui anche un giornalista può proporsi ai lettori o lo stesso uso non corretto del video.

I comandamenti sono la grande occasione in positivo per imparare a crescere da persone mature e responsabili e, in particolare, da cristiani coerenti con le proprie idee e oggi di questa coerenza ne abbiamo bisogno.

Il finale del vangelo ci presenta Gesù che compie dei segni e molti credono in Lui.

Ma Gesù non si confida con loro, perché conosceva le loro intenzioni.

Molta gente si ferma ai miracoli, al vedere, ma non compie il passo seguente del credere.

Gesù ci conosce, sa le nostre intenzioni e per questo non vuole confidarsi laddove non vede un animo aperto.

Non è sufficiente per Gesù vedere dei segni o partecipare a delle funzioni.

E' necessario convertire il proprio cuore, vedere al di là del segno, entrare in relazione con la persona di Gesù che mi dona vita.

E' entrare nella Pasqua di Gesù per morire e vivere con Lui.

 

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