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TESTO Commento su Matteo 18,21-22

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della III settimana di Quaresima (13/03/2012)

Vangelo: Mt 18,21-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me?"
Mt 18,21-22

Come vivere questa Parola?
Gesù ha appena concluso il racconto della pecorella smarrita e Pietro sicuramente riflette sulla conclusione di Gesù: "Il Padre non vuole che si perda neanche uno di questi piccoli". Gli appare ovvio, a fronte della cura del pastore, che perdonare soltanto fino a tre volte è insufficiente!
Si affretta così a chiedere spiegazioni, spingendosi oltre la misura comunne: "Signore, quante volte dovrò perdonare...fino a sette volte?"
Aveva intuito, Pietro, conoscendo sempre più la logica di Gesù, che la misericordia di Dio supera i limiti, pur generosi, segnati dalla tradizione rabbinica. Ma pur andando oltre, Pietro continua a porre dei limiti. E Gesù lo spiazza: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette". E con questa espressione Gesù trasforma l'antica formula di vendetta di Lamech in una nuova visione del mondo e dei rapporti umani, dove trionfa una misericordia senza pari, illimitata!
Dio perdona sempre! Ed è bene ricordare che il debito contratto con lui è infinitamente più grande di quello che gli altri possono aver contratto con noi.
Oggi, nel mio rientro al cuore, mi visualizzo vicino a Gesù, nel suo abbraccio di misericordia. In quell'abbraccio metto anche chi attende il mio perdono.
Donami, Signore, un cuore buono che sappia perdonare come tu perdoni me!
I versi di uno storico della scienza e della tecnologia
Le mie mani, chiuse come pugni di odio e di violenza, davanti a te, o Signore, io le apro, deponi in loro la tua tenerezza. Le mie mani, o Signore, io le apro: attendo il tuo perdono.
Charles Singer

 

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