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TESTO Coraggio, sono io, non abbiate paura!

mons. Antonio Riboldi

XIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (11/08/2002)

Vangelo: Mt 14,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,22-33

[Dopo che la folla ebbe mangiato], 22subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla. 23Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.

24La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. 25Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. 26Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». 28Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». 29Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. 30Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». 31E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 32Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Non finisce mai di stupire la delicatezza del cuore di Gesù, davvero "mite ed umile di cuore" che può dire a ragione: "Venite a me voi tutti che siete oppressi ed affaticati".

L'abbiamo lasciato domenica scorsa in un momento triste, tanto triste per Lui. Avevano ucciso uno che gli era più che amico, era Colui che Lo aveva presentato al mondo come l'Agnelloche toglie il peccato del mondo, ossia Giovanni il Battista. E tutti sappiamo perché Giovanni fu decapitato.

E' stata la vendetta di una donna cui aveva rimproverato il peccato di essersi unita ad Erode, il che non era assolutamente lecito. E la vendetta venne nel modo più incredibile.

Nel mezzo di una festa, la figlia si esibì in un ballo di corte, che fece letteralmente perdere la testa ad Erode, che promise anche metà del suo regno in compenso. E la mamma suggerì alla figlia "il gioiello della vendetta e della superbia calpestata". Chiese la testa di Giovanni il Battista che le fu offerta su un vassoio.

Gesù racchiude quest'orribile scempio dell'amore ritirandosi da solo, in disparte. Un silenzio che gli evangelisti non osano violare. Ma un silenzio che non Gli impedisce di essere aperto alla sua missione. E vista la grande folla che lo attendeva, scese, parlò, ebbe per loro parole di vita e di amore. Non si fermò alla parola ma diede loro da mangiare moltiplicando i pani, "perché non morissero di fame tornando alle loro case".

"Dopo che la folla - racconta il Vangelo di oggi, si fu saziata, subito Gesù ordinò ai suoi discepoli di salire sulla barca e di precederlo sulla altra sponda, mentre Lui avrebbe congedata la folla.

Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. E venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù".

E' davvero grande il cuore di Gesù. Non solo interrompe il suo silenzio dopo la triste notizia, per portare gioia e speranza alle folle che lo attendevano.

Toglie la fame con la moltiplicazione dei pani. Poi, forse accortosi della stanchezza dei suoi - quanta delicatezza - li invita ad andarsene in barca ed attenderlo sull'altra sponda. E' Lui che fa l'ultimo gesto di amore, che è quello di salutare tutta quella gente e quindi congedarla.

Chi di noi non avrebbe voluto essere là per stringerGli la mano, farsi magari accarezzare da Lui. riempirsi della sua dolcezza forse velata dal dolore, e avere la certezza che Lui ti congeda dolcemente, ma è a tua disposizione sempre: perché quella sua mano, magari posata sulla tua spalla, nel congedo sai che non si ritirerò mai.
Ieri...oggi...sempre.

C'è un rito nella Eucarestia, che vorrebbe avere la stessa funzione. Si chiama "rito di congedo". Ed è quando il sacerdote che presiede l'Eucarestia, dice: "Il Signore sia con voi - Andate in pace". Ma come poco assomiglia a quello di Gesù! Ha bisogno di ritrovare la dolcezza e la certezza che ci si incontrerà nuovamente: ovunque.

Poi Gesù torna al suo silenzio nella preghiera...tutta la notte...solo. Ma ancora una volta non dimentica i suoi che erano in barca e che, nel frattempo, erano in preda ad una tempesta che rischiava di farli naufragare.

Il cuore di Gesù, anche quando è solo nella preghiera, non si svuota di quelli che ama...mai. Anzi, è il momento in cui davvero chi Lui ama e nel cuore della sua tenerezza. E difatti si fa vivo al momento opportuno.

Raccoglie il lamento dei discepoli che vedendolo arrivare come un fantasma sulle acque, si misero a gridare per la paura. Una paura che svanisce, come la calma di quella tempesta quando Gesù si avvicina e con un dolce rimprovero dice: "Coraggio, sono io, non abbiate paura". E una volta salito sulla barca il vento cessò" (Mt.14,22-33).

Matteo, con questo racconto ci mostra la grandezza del Cuore di Dio.

Un Cuore che sa condividere anche le più grandi tristezze della vita, come fu quella della notizia della morte di Giovanni: sa come si affronta il dolore: sa come si affrontano certi istanti in cui sembra che noi, la nostra famiglia, la società, siamo come i discepoli in balia di una tempesta che può completamente travolgerci.

Lui conosce tutto questo e lo ha vissuto in prima persona come uno di noi. Ma quello che stupisce, fino a suscitare una grande consolazione, è che Gesù non sta lontano dai nostri momenti difficili, ma sa immediatamente farsi vicino, come quando scese dal monte a moltiplicare i pani; o quando lascia la preghiera per salire su una barca in preda ad un mare in tempesta.

Lui c'è, e prontamente a offrirci il "pane", quando siamo affamati nell'anima: a fugare le nostre paure quando crediamo di non farcela più: "Coraggio, sono io, non abbiate paura".

Chiudersi in noi stessi nelle difficoltà o nel dolore e come non sentire la sua mano sulla nostra spalla: e non sentire la dolcezza di una presenza che ci sfiora e dice: "Coraggio, sono io!" Ma molte volte il dolore o la paura soffocano questa presenza e succede a noi quello che è successo a Pietro che voleva imitare Gesù nel camminare sulle acque.

Affondò subito, per poi sentire il rimprovero del Maestro: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?" Un rimprovero che forse meritiamo anche noi.

Ma vorrei chiudere questa mia riflessione con un augurio per le vacanze di tutti voi: un pensiero delicato, che mi invia la carissima Lucia dall'Argentina. Lo intitola "BEATI I SAGGI".

Beati quelli che sanno ridere di se stessi, non avranno mai finito di divertirsi...Beati quelli che sanno distinguere una montagna dal ponticello di una talpa, saranno loro risparmiate molte preoccupazioni.

Beati quelli che sono capaci di riposare e dormire, senza bisogno di cercare scuse, diventeranno saggi.

Beati quelli che sanno ascoltare e tacere, impareranno molte cose nuove.

Beati quelli che sono abbastanza intelligenti da non prendersi sul serio, saranno stimati dai loro amici.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sberleffo, la vostra vita sarà piena di sole.

Beati voi se saprete interpretare sempre benevolmente gli atteggiamenti altrui, anche quando le apparenze sono contrarie, passerete per ingenui, ma è il prezzo della carità. Beati voi se saprete guardare seriamente le piccole cose e serenamente le cose serie, andrete lontano nella vita...Beati quelli che pensano prima di agire e ridono prima di pensare, eviteranno molte sciocchezze.

Beati voi se saprete tacere e sorridere, quando vi interrompono, vi contraddicono e vi pestano i piedi, il Vangelo comincia a penetrare nei vostri cuori...Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti quelli che vedete, avete incontrato la vera luce, avete trovato la vera saggezza".

E di cuore: BUON RIPOSO CHE VI DONI IL RESPIRO DELL'ANIMA! Vi sono vicino.

 

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