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TESTO 27 Domenica del T.O. (Anno C)

Giovani Missioitalia  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (03/10/2010)

Vangelo: Lc 17,5-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17,5-10

In quel tempo, 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Con l'Ottobre missionario tutta la Chiesa si pone ancora una volta in seria riflessione del mandato ricevuto dal Signore della gloria:

Benedetto XVI con il suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale ha offerto una chiave per poter rinnovare il loro impegno per la proclamazione della Buona Novella: Costruire la comunità ecclesiale.

La Parola di Dio di questa domenica indica un modello di annuncio che deve essere fondamentale nella vita missionaria di ogni comunità e di ogni cristiano: servitù e sofferenza.

La Parola di Dio nel Vangelo di Luca indica la stessa prassi: coloro che sono stati chiamati alla fede devono essere e rimanere servitori fedeli, che hanno fatto solo quanto dovevano fare.

Gesù è preciso nell'additare ai suoi apostoli il cammino da percorrere dietro di lui: accogliere la fede e presentarla come energia unica per la trasformazione dell'universo.

La forza dell'annuncio del Vangelo non risiede nell'elaborare nuove strategie d'impatto mediatico nel nord del mondo o nel progettare nuovi mega-interventi filantropici nel sud della terra; la forza del Vangelo risiede nel servizio fedele di coloro che hanno ricevuto e accettato l'amore di Dio in Cristo e che lo condividono nella potenza docile dello Spirito.

Cristo è chiaro con i suoi apostoli, precisa chi è il signore e chi il servo nell'opera da svolgere, quali sono i criteri da adottare nell'eseguire il comando, quale ricompensa spetta a chi compie il suo servizio.

Dopo anni di esperienza missionaria mi accorgo che ho ceduto alla tentazione di diventare padrone del Vangelo, che l'ho trasformato in un metodo di conquista e di oppressione, che ho cercato di prendere il posto del mio Signore facendolo diventare lo schiavo di cui mi servo per realizzare i miei egoistici progetti umani.

Provo solo vergogna per quello che ho tentato di realizzare secondo i miei progetti "missionari".

Ma malgrado il mio peccato il Signore è riuscito tantissime volte a raggiungere quelli che voleva trasformando la mia infedeltà in un altro strumento dell'annuncio del Vangelo, dando prova che il suo amore per l'umanità è più grande del peccato dei suoi messaggeri.

Paolo, il missionario, indica la strada che bisogna percorrere in quest'avventura divina dell'annuncio del Vangelo. Scrivendo al suo diletto e fedele figlio Timoteo ricorda quanto il cristiano deve compiere per poter assolvere il compito ricevuto.

La prima cosa che gli chiede è di ravvivare il dono di Dio ricevuto.

La fede è il dono più grande che Dio poteva fare all'umanità. Una relazione d'amore gratuitamente donata e liberamente accettata.

Una fede offerta nella potenza dello Spirito che è coraggio, forza, amore e saggezza.

Quanto poco proclamo la mia fede, quanto poco visibile è la mia relazione d'amore con il Totalmente Altro, quanto misera è la mia risposta a Chi non ha avuto vergogna di amarmi nella mia meschinità e si è abbassato nella polvere per potermi rialzare affinché potessi incontrare il suo volto.

Dobbiamo dare ascolto al Signore che ci chiede di non vergognarci di testimoniarlo, di portare il suo sigillo nel nostro corpo come gli schiavi portano il marchio del loro padrone impresso col fuoco nella loro carne.

Il visibile marchio del cristiano è la sofferenza accolta e sostenuta per il Vangelo.

Il nostro tempo è tempo di martirio; ai cristiani viene chiesta la testimonianza d'amore che arriva all'accettare di essere messi a morte per la fede in Cristo, di subire violenza e ingiustizia, di portare il peso della vergogna del peccato di tutta l'umanità, di offrire la loro stessa salvezza eterna per la salvezza dei figli di Dio.

Quello che il Signore chiede ai suoi apostoli deve essere fatto nell'umiltà del servo inutile. Non è concessa neanche la possibilità di considerarsi necessari o utili.

In tutto quello che la comunità cristiana e ogni singolo cristiano compie deve risplendere il Signore, è il Cristo che deve essere mostrato, reso visibile.

Rendere visibile Cristo all'umanità è la sola ragione dell'esistenza della comunità ecclesiale, essa deve vivere nella fedeltà a questa missione, deve mettersi al servizio di questo compito, deve illuminare il mondo con luce del Vangelo perché tutti arrivino alla contemplazione del suo volto e in quel volto leggere l'amore di Dio per il mondo.

Considerarsi servi inutili che fanno solo quello che devono fare è la firma del servizio per amore. "Non a noi Signore, non a noi, ma a te solo onore e gloria nei secoli dei secoli."

Nel mondo web di facebook e di tanti altri portali mediatici che rendono visibile il bello e il non bello dell'umanità, il servizio nascosto e considerato inutile è un controsenso, eppure è solo quest'opera che possiede la forza di far arrivare l'umanità alla luce della verità che la rende libera di vivere d'amore eterno.

Chiediamo allo Spirito di renderci fedeli e docili affinché quello che dobbiamo fare lo possiamo fare secondo la volontà del Padre sull'esempio di Colui che si fece servo perché noi fossimo resi liberi di amare. Chiediamo di diventare schiavi per amore.

Domande o provocazioni?

  • Quanto sforzo compio per la costruzione della comunità cristiana perché diventi messaggera di lieto annunzio al mondo?

  • Sono disposto ad accettare il compito missionario da servo nascosto e inutile affinché il volto di Cristo sia conosciuto e amato?

  • E' l'annunzio di Cristo e del suo Vangelo frutto della mia fede nel Padre, Figlio e Spirito Santo?

Dalla nuova newsletter di Missio giovani, il commento di Padre Ciro Biondi, dalla Papua Nuova Guinea, al Vangelo della 27ima Domenica del Tempo Oridnario.

 

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