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TESTO 6 Domenica di Pasqua (Anno A)

Giovani Missioitalia  

VI Domenica di Pasqua (Anno A) (29/05/2011)

Vangelo: Gv 14,15-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-21

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

NON VI LASCIO ORFANI/E

Gesù risorto si congeda e ci prepara ad accogliere il dono dello Spirito. Stiamo ricordando i suoi lunghi discorsi d'addio prima della sua passione e morte.

Il Vangelo di oggi ci parla dell'invio dello Spirito, colui che deve continuare la sua missione. Gesù lo chiama: "l'altro Paràclito" (Gv14,16), qualificando così se stesso come tale. Gesù è un "paràclito" e lo Spirito è l'altro! Paràclito è colui che è vicino, che sta dalla mia parte, prende le mie difese, intercede per me.

I grandi della storia perdurano nel ricordo grato dei posteri, nei frutti del loro operato in favore dell'umanità o in una splendida opera d'arte. Gesù rimane nella sua Chiesa in un modo personale ed effettivo: per mezzo dello Spirito divino, che invia i suoi discepoli e li sostiene nel lungo cammino della storia. Per questo può dirgli che non li lascerà soli, che tornerà con loro, che con lo Spirito stabilirà una comunione di amore tra il Padre, noi e Lui stesso.

Gesù è il Paràclito (1Gv 2,1) che è venuto affinché avessimo vita, e vita in abbondanza! E lo Spirito, se siamo capaci di accoglierlo, viene per stare con noi, sempre. È lo Spirito di Verità. Una Verità intesa non come un concetto filosofico, ma un qualcosa che si fa', che bisogna mettere in pratica, (Gv 3,21) e che a sua volta ci fa liberi (Gv 8,32).

Negli anni più duri della violenza politica in Perù, ad Ayacucho, una delle regioni più colpite, nel contesto di attentati, di gente uccisa, sequestrata, torturata e fatta sparire da gruppi terroristi, ma anche da quelle istituzioni dello stato pensate per proteggere (esercito e polizia), nel dolore e l'indignazione per la violazione sistematica dei diritti umani elementari, nel disorientamento generale dei poveri "campesinos", sulla porta della segreteria dell'Arcivescovado era appeso un vistoso cartello con scritto: "NON SI RICEVONO CASI DI DIRITTI UMANI"!

Nello stesso periodo, nel sud andino, la Chiesa promuove le così dette "Vicarías de la solidaridad" espressione di un impegno al fianco della gente, di difesa della vita. Segnala l'informazione della Comissione della Verità e Riconciliazione (CVR): "...Con la sua parola opportuna e pertinente, [la Chiesa del sur-andino] fu senza dubbio uno dei fattori più importanti affinché nella regione non solo impedisse l'estendersi di Sendero Luminoso (organizzazione terrorista responsabile di decine di migliaia di morti), ma non si producano massacri e violazioni sistematiche dei diritti umani da parte dei sovversivi e delle forze dell'ordine, come accadde in altri luoghi dove non ci fu questo tipo di presenza ecclesiale."

Essere vicini al fratello e alla sorella è ciò che ci chiede Gesù. Ricevere lo Spirito deve trasformarci in paràcliti ed avvocati, in persone che sono vicine a coloro che hanno bisogno di noi. Siamo chiamati non ad imporre le nostre idee, ma a servire gli altri. Questo suppone vivere e condividere con gli altri. Se Gesù non ci lascia orfani, nemmeno noi dobbiamo abbandonare coloro che ci sono stati affidati. É la dinamica dell'accoglienza e dell'amore che ci fà entrare in comunione con Dio. Essere vicini al fratello e alla sorella, chiunque sia, ci porrà in condizione di dar ragione della nostra speranza (2ª lettura) nella presenza dello Spirito in mezzo a noi.

DOMANDE O PROVOCAZIONI?

  • Ricevere lo Spirito del Signore è permettergli di cambiare il nostro cuore e la nostra vita, per diventare "intercessori e avvocati" dei nostri fratelli e sorelle, per prendere le loro difese: possiamo raccontare un caso, una testimonianza?

  • Gesù se ne va, ma "non ci lascia orfani e orfane", non ci lascia soli: come ci vuole bene! Rallegriamoci e rendiamo grazie!! Però chiediamoci anche come attuarlo, come persone, come gruppo e come Chiesa, per non lasciare orfani i nostri fratelli e sorelle che hanno bisogno di noi, ammalati, depressi, disoccupati, persi, soli....?

Dalla nuova newsletter di Missio giovani, il commento di Gilberto, della Comunidad Santo Espiritu, Perù, al Vangelo della Domenica di Pasqua, anno A.

 

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