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TESTO Commento su Levitico 13,1-2.45-46; Prima Corinzi 10,31-11.1;Marco 1,40-45

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/02/2012)

Vangelo: Lv 13,1-2.45-46; 1Cor 10,31-11.1;Mc 1,40-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,40-45

40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

Oggi le letture proposte dalla liturgia utilizzano una parola predominante (e, nello stesso tempo ripetuta con ossessione): lebbra e lebbroso.
Viene messa in luce come questa lebbra passa da una malattia fisica ad una malattia sociale. E' un po' come dire che oltre all'umiliazione di una malattia classificata tra le peggiori esiste anche una "beffa" ulteriore consistente nell'isolamento dalle altre persone.
I brani hanno anche oggi lo scopo di farci riflettere sulla nostra "qualità"di vita e sul nostro modo di comportarci. Perciò tutte le volte che teniamo qualcuno lontano lo trattiamo da "lebbroso" e questo può avvenire anche in una famiglia quando manca un vero rapporto.
Altre volte siamo proprio noi ad avere un atteggiamento simile, a volte siamo proprio noi a comportarci da lebbrosi isolandoci dagli altri.
Queste situazioni intristiscono la nostra vita, la rendono amara tanto che se perdurasse per troppo tempo potrebbe crearci problemi ed ostacoli per un pieno e completo recupero dell'armonia.
Isolare un figlio perché non è come lo abbiamo pensato, perché ha atteggiamenti troppo anticonformisti nei nostri confronti vuol dire condannarlo senza appello a meno che non dimostri a noi (come a "sacerdoti" del buon comportamento) la sua completa guarigione. Lo stesso può considerarsi nel rapporto tra moglie e marito, tra figli e genitori, tra noi ed i nostri parenti.
Così come il lebbroso perdeva i pezzi della propria carne tanto da non sembrare più uomo, così la nostra famiglia può perdere "pezzi" nel suo faticoso cammino quotidiano ed in tal senso avviarsi verso una brutta copia della famiglia immagine di Dio.
Cosa fare in questi casi disperati?
Il lebbroso si ritirava isolato e spesso ai margini del deserto, ma il deserto era anche il luogo dove incontrare Dio, era il luogo per rappacificarsi con Lui, era il luogo della guarigione.
Nel brano del Vangelo vediamo che la guarigione può avvenire anche in modo più rapida attraverso un intervento diretto di Cristo.
Analogamente in questi casi la famiglia deve incontrare Dio ed avere la guarigione che Gesù può operare: Dio si incontra con la preghiera, col deserto intorno a noi, dall'isolamento dalla vita frenetica quotidiana e Cristo si incontra anche nell'Eucarestia.
Sono questi i momenti importanti e fondanti di una famiglia e soprattutto di una famiglia cristiana.
Molto spesso, però, ci dobbiamo porre una domanda fondamentale" Ma io,...., voglio veramente guarire dalla mia lebbra?"
Intanto cominciamo oggi, con questo spunto della liturgia, a meditare aiutandosi con delle semplici domande fatte col cuore e l'animo semplice di chi non ha più nulla da perdere e che si affida a Dio.
Per la revisione di vita :
- Nella mia famiglia quale atteggiamento ho con gli altri? Mi sento più un lebbroso o mi ritengo più uno sano?

- So affidarmi a Dio in certi momenti per chiedere darmi il discernimento circa la mia situazione per poi farmi nascere il desiderio di guarire?

- So riaccettare gli altri famigliari qualunque sia stata la causa della separazione? Qual è il mio rapporto col perdono in famiglia e la ricettazione dell'altro?

 

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