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TESTO Commento su Marco 1,11

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Battesimo del Signore (Anno B) (08/01/2012)

Vangelo: Mc 1,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,7-11

In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento.
Mc 1,11

Come vivere questa Parola?
Il ciclo natalizio ci ha immersi nel mistero di un Dio che si fa talmente prossimo da assumere la nostra natura umana. Nella festa di oggi, siamo chiamati a contemplare fino a che punto Cristo si fa solidale con noi: è in fila con i peccatori ne assume il peccato e con loro si immerge nelle acque del Giordano in segno di penitenza.
Gesù apre così il suo ministero, con una scelta che la mente umana non avrebbe mai potuto concepire, una scelta che definiremmo scandalosa. Eppure è proprio in questo gesto di umile solidarietà che il Padre lo riconosce e lo addita quale suo figlio, anzi l'eletto in cui si compiace. E il concetto si amplia e si completa nell'immagine del Servo, descritta da Isaia: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio" (Is 42,1). In filigrana si delinea la missione di Salvatore, accolta ed abbracciata con amore in piena adesione al volere del Padre.
Dopo questo gesto, per ogni figlio dell'uomo che unisce il suo "sì" a quello di Cristo, inginocchiandosi con lui ai piedi dei fratelli nel segno del servizio, risuona quella voce: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento".
Sì, proprio tu, che gemi sotto il peso dei tuoi limiti, che avverti tutta l'amarezza del peccato in cui torni a scivolare, che grideresti la tua indegnità, tu sei accolto tra le braccia di un Padre che ti sussurra il tuo vero nome, quello che avevi dimenticato: "Figlio, figlio mio amato!".
Resterò quest'oggi in muta e gioiosa contemplazione di questa mia impensabile dignità. Lascerò che il cuore si dilati e ritmi quest'unica preghiera: "Abba, Padre, Padre mio!"
La voce di uno scrittore di opere di spiritualità
Oh dignità infinita della tua vocazione cristiana! Eccoti partecipe della vita divina, figlio ed erede di Dio, ammesso nella comunione del Padre col Figlio suo Gesù Cristo.
François Pollien

 

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