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TESTO Mt 14,13-21

padre Paul Devreux

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XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (04/08/2002)

Vangelo: Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gesù è confrontato con la morte del suo amico Giovanni Battista. Questa morte è per lui un lutto doloroso, ma è anche un segno premonitore di quello che probabilmente sarà la sua morte.

La sua reazione, che sarebbe anche la mia, è quella di desiderare di starsene un poco per conto suo a pregare, lontano da tutti.

Purtroppo la gente non rispetta questo bisogno di Gesù, perché vede solo i propri, e lo và a cercare con prepotenza.

Gesù, vedendoli, anziché arrabbiarsi, sente compassione per loro, e si rimette a servirli. Sbaglia? Penso proprio di no. Tante volte ho sperimentato che il modo migliore per superare un momento difficile, è proprio il rimettersi subito al servizio dei poveri che il Signore mi mette accanto, usando il mio bisogno solo per capire meglio il bisogno degli altri, e servirlo.

In questo caso, il bisogno della gente, è quello di trovare qualcuno disposto a prendere il posto di Giovanni Battista. Gesù non esita un attimo, pronto a dare la vita per loro.

Alla sera i discepoli si preoccupano giustamente, perché sanno che non hanno il necessario per nutrire i presenti. Gesù parla del Regno di Dio e di condivisione; molto bello, ma quando poi la gente ha fame che si fa? La teoria è bella, ma loro sanno che hanno a mala pena il necessario per una cenetta tra di loro. Come si fa a mangiare davanti alla gente che non ha nulla da mangiare? Noi mangiamo liberamente perché non vediamo chi non ha da mangiare, ma provate ad andre dove c'è chi non mangia e vedrete che preferirete digiunare piuttosto che tirar fuori un panino, per vergogna. Insomma i discepoli sono a disagio e propongono a Gesù di sciogliere rapidamente la fraternità che sta costruendo, mandando tutti via, prima che questa gente cominci a pretendere qualche cosa che non hanno.

Bisogna però riconoscere che i discepoli hanno un grosso merito: malgrado la loro preoccupazione, quando Gesù, anziché dargli retta, chiede loro di portargli i cinque pani e i due pesce, chiaramente per distribuirli alla gente, glieli portano, senza fare tante storie. Io cosa avrei fatto? Loro non sanno che ci sarà la moltiplicazione dei pani e conoscendolo, sanno benissimo che è capace di distribuire tutto ai poveri, eppure ubbidiscono, si fidano. Io glieli avrei portati tutti e cinque o solo quattro?

Gesù, con la moltiplicazione dei pani e dei pesci, manifesta che è il Messia, e che Dio è in grado di sfamarci tutti; ma non lo fa da solo. Qui ha premiato la disponibilità dei discepoli a dare fiducia a Gesù. Dove abito, quali sono i bisogni e cosa posso fare nel mio piccolo? I discepoli hanno saputo mettere ciò che avevano nelle mani del Signore affinché lo facesse fruttificare. Signor aiutami a consegnarti ciò che ho affinché anche la mia vita possa essere uno strumento nelle tue mani per l'edificazione del tuo regno.

 

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