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TESTO Commento su Mc 1,7-11

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Battesimo del Signore (Anno B) (08/01/2012)

Vangelo: Mc 1,7-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Gesù è anonimo in mezzo alla folla accorsa al Giordano da Giovanni. Gesù è in mezzo a noi. Di lui il Vangelo non dice nulla; solo lui vede aprirsi il cielo e lo Spirito che scende come una colomba. Anche la voce dal cielo forse l'ha udita da solo: "Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". Certamente è solo ad essere sospinto dallo Spirito nel deserto, quasi un esilio. Quaranta giorni stanno per la durata di una generazione, quasi una vita intera. Gesù è con noi anche nella povertà del deserto, subendo la prova e l'esposizione al male con la tentazione di Satana. Gesù in tutto come noi, ma non nel peccato.

Lo Spirito muove Gesù subito dopo il battesimo. All'amore dichiarato dal Padre Gesù risponde con l'obbedienza alla guida dello Spirito. L'unica risposta possibile. In sole poche parole Marco mostra il legame assoluto di Gesù con Israele e nello stesso tempo lo presenta nella potenza e unicità della sua Persona; egli è di Nazareth (come uno qualsiasi) ed è l'unigenito Figlio di Dio.

Gesù vede i cieli aperti e lo Spirito che scende su di lui come colomba. I cieli aperti dicono che è riparata la ferita, annullata la separazione tra il cielo e la terra; dicono del nuovo incontro tra Dio e il mondo, come fu con la colomba dell'arca dopo il diluvio quando trovò finalmente la terra su cui posarsi.

"Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento". È la parola fondamentale. Ad essa portano i trent'anni di vita nascosta a Nazareth e tutto il seguito della sua vicenda terrena, dall'immersione nella morte all'uscita nella resurrezione. A questa parola, anche per noi, porta tutta la nostra vicenda, qualunque sia stata o possa essere. Gesù è il figlio amato, nel quale Dio si è compiaciuto. Gesù è l'uomo vero, l'uomo nuovo, il nuovo Adamo. Le parole rivolte a Gesù lo sono anche a tutti noi, amati dal Padre. E lo Spirito che scende in forma di colomba evoca la tenerezza amorosa del Padre che si china sul Figlio come una colomba si avvicina ai suoi piccoli.

Il vero battesimo di Gesù sarà la sua morte in croce. Anche allora il centurione, per primo, proclamerà la stessa parola del Padre: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!". Gesù morirà tra due ladroni, ma già all'inizio della sua vita si è messo in fila con i peccatori.

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca

 

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