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TESTO Il nostro è un piccolo Dio…

don Giovanni Berti

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2011)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

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Qualche giorno fa una ragazza scout mi ha raccontato di un fatto che le è capitato a scuola. Frequenta il liceo, e per un compito di filosofia si è trovata a scrivere una relazione sul rapporto tra fede e pensiero moderno.

L'insegnate di filosofia al momento della consegna del compito corretto, ha fatto notare a questa ragazza che aveva scritto la parola "dio" sempre con la "d" minuscola, e questo, secondo la professoressa, era molto scorretto e poco rispettoso per la nostra fede. La studente ha motivato all'insegnante la scelta di utilizzare la "d" minuscola con il fatto che non è credente, e che quindi non voleva utilizzare una modalità che indicasse una fede che lei non si sente di professare.

Ricordo che il dialogo successivo questo piccolo episodio è stato davvero molto bello... Questa scout dice di non essere credente, ma la sua curiosità sinvcera nei riguardi della fede la mettono nella condizione, secondo me, di trovare molte più risposte di chi, pur professandosi molto credente, non cerca nulla e accetta tutto senza pensarci...

I pastori chiamati dall'angelo ad essere i primi testimoni dell'incarnazione di Dio, non potremmo certo definirli "credenti" con la "c" maiuscola. Dal punto di vista della gerarchia umana religiosa del loro tempo non occupano sicuramente i primi posti, che sono invece occupati da farisei, scribi, dottori della legge e sacerdoti, tutti esperti di religione e Scritture.

I pastori non sono li in attesa di trovare il Messia sulla loro strada e nel mezzo della veglia notturna. Sono li per lavoro, senza particolari attese e preghiere.

Eppure a loro è fatto il dono di vedere per primi Dio in terra, il Dio-con-noi (così come è chiamato Gesù).

E vedranno Dio che ha scelto di togliersi la "d" maiuscola e di vestirsi di piccolezza. Vedono un bambino in una mangiatoia per animali, l'esatto opposto della magnificenza, della potenza, della ricchezza, della grandezza che ci si aspetterebbe dalla divinità scesa in terra...

Vedono anche Maria e Giuseppe, che stanno facendo la loro stessa esperienza. Infatti questi due genitori sono piccoli e poveri come la gran parte dei loro contemporanei, non si aspettavano nulla nella loro normalissima vita. Invece proprio a loro Dio ha scelto di manifestarsi, e attraverso la loro disponibilità, Dio si è fatto piccolo piccolo, togliendosi tutto pur di passare dalla strettissima porta dell'umanità, infintamente più piccola dei cieli.

San Paolo infatti scrive:

"Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l'essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini."

(lettera ai Filippesi, capitolo 2)

La scelta di scrivere Dio con la "d" piccola da parte di questa ragazza nel suo compito di filosofia, mi ha davvero colpito. Forse è la maniera giusta per capire il Natale.

Noi facciamo a gara per avere titoli e riconoscimenti. Anche all'interno della Chiesa spesso si fa a gara per avere il posto più importante, e passare da un semplice "don" a "monsignore" o "eccellenza", appare come un riconoscimento delle proprie capacità e del valore.

Davanti al presepe vedo che invece Dio è diventato "dio", anzi ancora meno...

Si è tolto tutto, fino a diventare debolissimo proprio come un fragile bambino.

Il modo più giusto per adorare Gesù è quindi quello di spogliarmi anch'io di pretese, di onori e obiettivi di ricchezza e potere. Il modo più giusto per vivere il Natale è percorrere le strade dove gli uomini sono piccoli e segnati da piccolezze.

Forse questa crisi economica che spegne le insegne, blocca le vendite, fa perdere posti di lavoro e pian piano impoverisce i più poveri, è una buona occasione per conoscere chi è veramente Gesù e incontrarlo nella vita, in chi è diventato ancor più piccolo perché povero, in chi ha perso privilegi, sicurezze e certezze...

Il Natale ci fa incontrare Dio-con-noi, Dio come noi....

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