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TESTO Commento su Giovanni 1,1-18

don Luciano Cantini  

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2011)

Vangelo: Gv 1,1-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.

Luca ci lascia una breve annotazione, troppo breve per capire cosa sia successo effettivamente: il censimento aveva coinvolto troppa gente e tutti gli alloggi disponibili erano occupati, oppure il rischio del parto e la probabilità di contrarre impurità aveva allontanato la coppia; qualsiasi congettura è plausibile. La breve annotazione di Luca non offre le molte spiegazioni che vengono dalla tradizione popolare, ma concorda con l'affermazione di Giovanni. La vita di Gesù è segnata sin dall'inizio dal rifiuto. Il mistero della incarnazione non è comprensibile se non traguardato dal mistero della croce: l'apoteosi del rifiuto.

Eppure il mondo non lo ha riconosciuto

Il mistero dell'incarnazione, del Dio fatto uomo, giunge fin nella profondità del genere umano, senza lasciar fuori alcuno. Giunge fino al peggiore degli uomini, quelli che tutti i giorni rifiutiamo: perché sono diversi da noi, disabili, non sanno parlare, non si fanno capire, sono solo di passaggio, clandestini, sporchi, poveri, bugiardi. Gente inutile: intralciano le nostre strade, ci portano via tutto, ci tolgono la libertà, inquinano la nostra cultura, deturpano il paesaggio. Gesù, come il peggiore degli uomini è stato rifiutato, ingiuriato, percosso, umiliato, torturato, condannato a morte, ammazzato!

Il Popolo attendeva il messia ricalcando l'immaginario del successo: avrebbe dovuto essere potente, forte, ricco. Dal Signore, aspettava grandi cose segni potenti, gesti poderosi, qualcosa di celeste e di regale ... niente di tutto questo e per questo non è stato riconosciuto. Il Messia si fa riconoscere in un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. Non è la poesia del presepe, è la realtà semplice, fragile, povera, inadeguata, umile.

A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.

I pastori andarono e "se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro" (Lc 2,20) Nella loro semplicità avevano visto e riconosciuto; nel colloquio si stupirono insieme con Maria. Perché nella sua misericordia il Signore Dio ha "nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli" (Lc 10,21).

Al "potere" che gli uomini cercano e nel loro immaginario hanno costruito, Dio contrappone un un "potere" altro, quello di diventare Figli di Dio. Occorre però lasciarsi generare di nuovo. Tutte le categorie legate al sangue e alla carne, alla dimensione umana della vita chiedono di essere rigenerate in Dio e nella sua Parola fatta carne.

La sua Parola è incredibile, ci parla di un amore insensato, totale, gratuito: verso i nemici, coloro che dicono male di noi, coloro che ci fanno del male. Ci dice di fare del bene a chi ci odia, di regalare a chi ci ruba, di prestare a chi non restituisce, di accompagnare chi cammina.

E lui, il Signore, ci hai dato l'esempio: quel bambino che oggi contempliamo avvolto in panni ed adagiano in una stalla tra gli animali, ha accolto i pubblicani e le prostitute, è stato amico dei disperati e dei rifiutati, ha perdonato i suoi aguzzini.

A chi lo riconosce perché ama di questo suo stesso amore, capace di rendere nuovi, hai dato il potere di diventare Figli di Dio.

 

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