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TESTO Una voce grida nel deserto

mons. Roberto Brunelli

II Domenica di Avvento (Anno B) (04/12/2011)

Vangelo: Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

E' drammatico anche il solo pensiero di un uomo che si metta a gridare in mezzo a un deserto. Parli a se stesso, o lanci proclami, o invochi aiuto, è sempre penosamente inutile: e con questo significato l'espressione "voce nel deserto" è diventata di uso comune. Non tutti sanno che essa deriva dalla Bibbia, dove - ma con significato diverso - ricorre due volte, entrambe comprese nelle letture di oggi.

La prima (Isaia 40,1-11) sta in un passo che preannuncia agli ebrei deportati in Babilonia l'imminente intervento di Dio, per riportare il suo popolo in patria. Tra la terra d'Israele e Babilonia c'è di mezzo il deserto, e il profeta invita a collaborare all'opera di Dio: "Una voce grida: Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati. Allora si rivelerà la gloria del Signore!" Ovviamente l'invito non è da prendere in senso fisico: non è pensabile che gli uomini spianino migliaia di chilometri di deserto, né peraltro, nel suo agire, Dio deve affrontare le asperità del terreno; il significato è tutto spirituale: Dio salva chi gli fa strada dentro di sé, nell'accidentato deserto che produce la mancanza di fede.

L'evangelista Marco (1,1-8) ha ripreso le parole di Isaia, riferendole a Giovanni Battista: subito dopo il titolo programmatico ("Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio"), continuò: "Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri". Giovanni colpiva con la sua figura austera ("Era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico") e stava fisicamente nel deserto, quello della Giudea, dove si era messo a proclamare a quanti si recavano da lui l'imminente arrivo del Messia preannunciato e atteso: "Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali". Quale umiltà! Godeva di tanta stima, che se avesse detto di essere lui il Messia gli avrebbero creduto; invece si è messo al servizio del "più forte", cioè più importante. Al momento giusto il "più forte" si è presentato al suo cospetto, ed egli l'ha indicato alla folla; intanto ne preparava l'arrivo spiegando che per ricevere i benefici della sua venuta occorreva preparargli la strada, riconoscendo le proprie colpe e impegnandosi a cambiare vita. La salvezza preannunciata da Isaia consisteva nel ritorno in patria, cioè era di carattere storico-politico e collettiva; quella di cui parla Giovanni è spirituale e individuale: in ogni caso, però, perché sia efficace occorre la partecipazione dell'uomo. Dio non si impone, non costringe nessuno ad accettare i suoi doni; peraltro non li spreca, recapitandoli a chi non dimostri di volerli accogliere, agevolando il suo cammino.

Le moderne autostrade rendono l'idea di come si appiani un percorso altrimenti accidentato: audaci ponti superano le vallate, profonde gallerie vanificano le cime; il nastro d'asfalto pare correre sempre in agevoli pianure. Il tempo di Avvento ricorda che la salvezza l'uomo non può darsela da sé, non la può comprare fosse anche più ricco di Bill Gates, non la può costruire fosse anche più intelligente di Leonardo. La salvezza, ragione prima e ultima della vita umana, è dono di Dio; egli la mette a disposizione di quanti ne vogliono profittare, aprendo ad accoglierla la mente e il cuore. Ed è facile interpretare in proposito le parole di Isaia e di Giovanni Battista: occorre raddrizzare i tortuosi percorsi della nostra inconfessabile quotidianità, abbassare i monti della nostra superbia, colmare le valli in fondo alle quali abbiamo relegato i grandi valori della nostra umanità.

 

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