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TESTO Quando una Panda fa più danni di un Suv!

don Nazareno Galullo (giovani)  

I Domenica di Avvento (Anno B) (27/11/2011)

Vangelo: Mc 13,33-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 33Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Mentre ero fermo ad un incrocio e dovevo dare la precedenza ad una macchina alla mia destra, un ragazzo alla guida di una vecchia Panda, impaziente di attendere il suo turno, sorpassandomi si è scontrato con uno scooter con due ragazzi a bordo, appena usciti dalla scuola.

"Attendere, prego!" Chissà quante volte, sia in italiano che nel più chic inglese "please wait" vi siete imbattuti mentre, o al Pc o al telefonino, stavate facendo qualche installazione software.

Ebbene, se quel ragazzo della Panda avesse atteso, quei due ragazzi sullo scooter non sarebbero finiti in ospedale. Sì, perché per attendere in modo giusto bisogna avere molta, molta pazienza. E questa ci manca eccome.
Vorremmo tutto e subito. Ora, adesso, non domani.

Siamo la gente dell'immediatamente e non della pazienza.

Per capire questo vangelo bisogna innanzitutto farsi un esame di coscienza. Sono come quel ragazzo della Panda che, perché non ha saputo attendere, ha fatto danni agli altri? Sono per caso come quella ragazza che, impaziente di attendere il ritorno del suo fidanzato partito per il servizio militare di carriera, ha pensato di "perdere tempo" con un altro tipo, tanto per ingannare l'attesa, e poi è rimasta "in attesa"? Sì, sì, hai capito bene, incinta, si dice anche "in attesa": un'attesa carica di 9 mesi di vita, di 9 mesi di pazienza ma di anni e anni di gioia successiva.

E allora dai, ci siamo su come questo vangelo può essere la nostra risorsa oggi: Gesù ci invita ad avere in noi l'atteggiamento di paziente attesa di un servo che deve attendere un padrone di casa dal suo inaspettato e non programmato ritorno. Eh sì che qui siamo nell'epoca del cellulare per cui non ci si dà più appuntamento perché "ci chiamiamo quando siamo pronti", "appena arrivo ti chiamo", "prima del casello autostradale ti faccio uno squillo così prepari da mangiare". Ai tempi di Gesù altroché. Non si poteva avvisare, non c'erano mezzi veloci e i servi "seri" potevano solo stare attenti affinché potessero sentire i passi del padrone, per potergli immediatamente aprire.

Tutt'al più i servi potevano fare previsioni sulla data di ritorno, ma non certo sull'ora. Vegliare vuol dire stare svegli. E quindi, quando più o meno si presumeva fosse la data su per giù di ritorno del padrone, bisognava vegliare. Magari a turno, ma vegliare per aprire prontamente il padrone e non essere rimproverati e, perché no, licenziati.

Oggi tanti sono diventati vere e proprie sentinelle dell'attesa del ritorno del "padrone", di Gesù. Tanti sono i giovani che sanno attendere, che vogliono andare incontro a Gesù. Lo dico non per presunzione, ma perché è proprio vero: sono tanti i giovani che, una volta incontrato Gesù, non se lo lasciano certo sfuggire dalle mani, dalle mode, dai falsi amici, dalle false illusioni di questo mondo. Perché, quei servi potevano darsi alla pazza gioia (quando il gatto non c'è i topi ballano!)...

Gesù, raccontando questa parabola, sta insegnando che il momento del ritorno del padrone (il suo ritorno) sarà immediato. Per cui bisogna vegliare sempre. Ora, mi chiederete: ma questo significa non dormire mai?

Risposta: significa non dormire mai sonni tranquilli nel senso che non si può vivere come se nulla dovesse mai accadere, non si può vivere senza Dio, non si può vivere sciupando tempo prezioso. Questa è la nostra "emergenza educativa": emergenza di bene, emergenza di vangelo, emergenza di salvare tanti tanti tanti che "dormono sonni tranquilli" e non sanno dare nemmeno un piccolo senso alla loro vita. Pieni di Grande Fratello e di Spread da ottimizzare, spesso dimentichiamo il senso ultimo della nostra vita e il fine ultimo della nostra esistenza. Perciò Gesù viene a "svegliarci" dicendoci di "vegliare sempre". Capite in che senso quindi il "vegliare"? E' lo stare attenti e vivere con senso, a testa alta, capaci di interpretare il mondo e non lasciarsi schiacciare dalle mode del momento presente. Fare attenzione sempre vuol dire: occhi aperti agli inganni. E satana, il demoniaccio, è ultrapresente nella nostra storia e vuole distoglierci. Vuole che ci "distraiamo". Così come è successo a quel ragazzo della Panda.

Ah, dimenticavo... purtroppo è fuggito senza prestare soccorso ai due ragazzi dello scooter. Al danno la beffa! Storia vera.

Alla prossima. Don Nazareno

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