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TESTO La sproporzione del dono

don Maurizio Prandi

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (20/11/2011)

Vangelo: Ez 34,11-12.15-17|Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Come ogni anno la chiesa ci fa contemplare, nell'ultima domenica del tempo ordinario, l'icona di Gesù Cristo Re dell'universo. In questo giorno la comunità de La Caoba, (una decina di chilometri di sterrato da Manacas), è in festa, perché la casa di missione è dedicata proprio a Gesù Re dell'Universo. La liturgia ci dice che il nostro anno liturgico è celebrare i misteri della vita di Gesù. Proprio l'altro giorno, con i giovani della comunità di Mordazo dicevamo che come la terra in un anno compie un giro attorno al sole, anche noi, in un anno, ruotiamo attorno al nostro Sole, il Signore Gesù contemplandolo in tutto il percorso della sua vita: da Bambino nella grotta di Betlemme a Re crocifisso e risorto nella scena grandiosa del giudizio universale. E' il nostro "sole" perché la sua gloria non è come quella dei potenti della terra... questo appare chiaro dai versetti successivi a quelli letti oggi: dal capitolo 26 infatti, l'evangelista Matteo racconterà la passione e la gloria del crocifisso risorto. Come ogni anno ci siamo domandati, nelle comunità dove ci rechiamo il sabato e la domenica, quali sono le caratteristiche di un re... oggi in particolare quali sono le sue frasi tipiche. Qui i bimbi si sono sbizzarriti: Io sono il re e quindi devi obbedire! Qui comando io! Le leggi le faccio io! Sono la persona più importante! Sono il più potente! Sono il più ricco! I re, volentieri si mettono al centro dell'attenzione... A questo punto abbiamo riletto la prima lettura e ci siamo resi conto che anche la prima lettura è piena di IO, ma al centro sta l'altro, stanno le pecore che hanno bisogno di cure, quelle che perdono la strada, che hanno bisogno di una guida.

Ancora una volta abbiamo, come preti e laici responsabili nelle nostre comunità parrocchiali, la possibilità di annunciare la differenza della regalità di Gesù rispetto a quella immediatamente visibile del giorno d'oggi (che non è molto diversa da quella di sempre...). Sarà anche un ripetersi forse, ma male non fa', né a noi preti, (che rischiamo di legare la pastorale o progetti vari ai potenti di turno che possono finanziare le nostre iniziative), né alle persone che accompagniamo, che hanno la possibilità così di chiarirsi sempre di più rispetto al volto di Dio. Ci siamo preparati a questa solennità ascoltando la vita di S. Elisabetta di Ungheria, giovedì scorso. Non per fare del facile devozionalismo ma per stupirci di come Dio ha fatto breccia nel cuore di due giovani sposi i quali ci hanno dimostrato che è possibile anche per due sovrani non lasciarsi accecare dagli sfarzi della corte reale. Abbiamo quindi vissuto la memoria di S. Elisabetta come una porta che ci avrebbe introdotto all'ascolto della prima lettura e del vangelo di oggi. Non è facile incontrare regine che praticano le opere di misericordia: dava da bere e da mangiare a chi bussava alla sua porta, procurava vestiti, pagava i debiti, si prendeva cura degli ammalati. E i poveri li andava a trovare nelle loro case portando loro aiuto e sostegno; rimasta vedova giovanissima costruisce un ospedale e lì svolge i servizi più umili... Mi pare una bella eccezione e per questo importante da ricordare.

Ci siamo accostati al vangelo un po' spaventati dalle parole ascoltate... un vangelo che parla di separazione, di maledizione, di supplizio eterno... abbiamo però trovato tracce di bellezza, di misericordia, di incoraggiamento.

Incoraggiamento: lo abbiamo inteso così, come un brano che ci incoraggia a cercare e a trovare Gesù, perché quello che a molti pare impossibile o una impresa quasi disperata (domandando oggi nelle comunità tutti mi hanno risposto che è difficile conoscere, incontrare Gesù!) è in realtà più semplice di quanto possa sembrare, perché Gesù si rende disponibile, incontrabile, "reperibile" nei nostri fratelli resi piccoli dalle difficoltà e dalle durezze della vita... gli affamati, i carcerati, i nudi, gli stranieri, i malati. Piccola è Yamila, della comunità di Cascajal, affetta da un lupus, un tumore che le sta consumando tutti gli organi e che la scorsa notte mi ha chiamato dall'ospedale, per due volte, per chiedermi di pregare con lei perché i dolori erano troppo forti, insopportabili... e nonostante i dolori, nonostante la prospettiva chiara della morte di fronte a lei, ogni frase era una professione di fede in Dio... piccolo è Daian, che non ha voluto partecipare all'incontro degli adolescenti perché gli si sono rotte le scarpe e con le infradito si vergognava... piccolo è Eriel, che, (per comprarsi un po' di ron e di sigarette), dopo aver venduto pavimento, tetto, piastrelle, cucina, ora dorme nel bagno che è l'unica stanza che gli è rimasta. Ci incoraggia, questo vangelo, a cercare tracce di bene e di luce in ogni uomo, anche nel più egoista e attento a se stesso: la divisione (scrive mons. Paglia in un testo secondo me illuminante), passa all'interno delle stesse persone, per cui accade che una parte di noi stessi starà a sinistra e un'altra parte a destra di Gesù e il criterio della divisione si basa sul rapporto che ognuno ha avuto con i poveri. E di ognuno di noi si salverà quella parte e quel tempo di vita che ci hanno visti dar da mangiare agli affamati, dare da bere a chi aveva sete, vestire chi era nudo, visitare i carcerati. Che bello: della nostra vita si salva, cioè "resta per sempre" solo quello che abbiamo amato.

Bellezza: la bellezza di questa pagina sta nella normalità, nella quotidianità di quello che Gesù dice viene chiesto ad ogni uomo e ad ogni donna... e quello che viene chiesto non è di aver fede o di credere nel Dio giusto rispetto ai tanti che sono in circolazione, no. Quello che viene chiesto è la semplicità di un gesto, tanto semplice da non essere riconosciuto o da rischiare di cadere nel dimenticatoio: Quando abbiamo fatto questo? Agli uomini viene chiesto di parlare il linguaggio universale dell'amore, quello che da chiunque viene capito, un linguaggio che non passa attraverso gesti eroici o straordinari (che ben vengano quando qualcuno è capace di farli), ma attraverso la banalità degli incontri con chi è debole e povero (mons. Paglia).

Misericordia: ci aiuta, il vangelo di oggi, a raccogliere i doni che nei vangeli delle domeniche passate Dio/che invita a partecipare al banchetto di nozze del figlio, Dio/sposo, Dio/re che ritorna dopo molti anni, promette a chi è fedele nel poco. E' un cammino verso la piccolezza della fedeltà... se prima era necessario un abito nuziale, o una scorta di olio per la lampada, o la "custodia laboriosa" del dono, ora, per ricevere il premio più grande, cioè il regno preparato fin dalla fondazione del mondo, è sufficiente un bicchiere d'acqua.

 

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