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TESTO Dicono e non fanno

don Luca Orlando Russo

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (30/10/2011)

Vangelo: Mt 23,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli 2dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. 3Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. 4Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. 5Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; 6si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, 7dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

8Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. 9E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. 10E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. 11Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; 12chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato.

Volesse il cielo che solo i farisei vivevano il problema che, a giusta ragione, Gesù condanna. A dire e a non fare, purtroppo, sono in molti e, forse, tra questi ci siamo un po' tutti. A rifletterci meglio sembra un problema tipico della coscienza umana quello di giungere a separare del tutto la teoria, che si professa e si insegna, dalla pratica, che si rivela nelle azioni di ogni giorno. C'è una morale ideale che va professata ad oltranza, pena il rischio di essere accusati non solo di incoerenza pratica (cosa di tutti i giorni!), ma addirittura di incoerenza teorica! Il che per il prestigio della coscienza morale sarebbe davvero insostenibile, tanto più se siamo sempre stati i difensori dei valori morali. C'è, poi una morale reale che sovrintende alla messa in pratica di tutto ciò che professiamo e insegniamo.

L'abilità è di impedire che morale ideale e reale non interferiscano mai! Non deve mai accadere che una dei due metta il naso nelle faccende dell'altra. Risultato: due ordini distinti, nel primo dei quali le esigenze della verità prevalgono sulla prassi, senza interferire in essa; nel secondo le esigenze della prassi, senza interferire in essa, prevalgono sulla verità. Due ordini che dialogano fra loro, si scambiano consigli ed informazioni, mantenendo relazioni cordiali, seppure un po' distaccate; ma che pur dialogando fra di loro, procedono paralleli, senza incontrarsi mai. Si chiama "compromesso". Una nuova organizzazione della coscienza morale, un nuovo sistema di vita. Il compromesso, infatti, non è l'intesa, l'accomodamento occasionale episodico, fra coscienza morale e coscienza reale. È ben di più. È un nuovo sistema, stabile, di relazioni all'interno della stessa coscienza morale, e guai a chi si permette di dire che diciamo e non facciamo!
Buona domenica e buona settimana!

 

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