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TESTO Uno stesso amore

don Luciano Cantini  

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2011)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il Signore tuo Dio

Chi è questo "mio" Dio? che impegna tutta la mia persona: cuore, anima, mente?

Siamo certi di non aver sostituito il Dio della Bibbia e di Gesù Cristo con una immagine distorta, artefatta, caricaturale?

Fa parte della fragilità umana e della nostra povertà farsi una "immagine" di Dio. Presso gli ebrei era assolutamente proibito fare una immagine di Dio e, a scanso di equivoci, farne di qualsiasi essere vivente, perché Dio è inimmaginabile. Ma se tecnicamente non sono state fatte immagine pittoriche o plastiche, molte ne sono state create nell'immaginario umano che ha esaltato ciò che di positivo è nell'uomo per moltiplicarlo, per cui Dio è infinitamente buono, infinitamente giusto, potente, santo, ecc. ma anche infinitamente distante, impassibile, lontano. Se è vero che l'uomo è stato creato ad "immagine e somiglianza" di Dio non è vero il contrario.

È vero che pur dobbiamo esprimerci, ma dobbiamo avere anche la consapevolezza che ogni nostra espressione è comunque limitata. Dobbiamo accettare questo limite e liberare il nostro pensiero su Dio da qualsiasi forma di idolatria palese o mascherata. Liberarla dalla assolutizzazione del provvisorio, dalla elevazione delle alienazioni umane.

Un Dio (o idolo?) così fatto smuove il fanatismo che, anche sommessamente, alberga dentro di noi e crea divisione.

amerai...

Cosa ci chiede questo nostro Dio, qual è il senso e il modo di esprimere questo amore per Lui?

Ne abbiamo inventate di tutte: dalla spiritualità alla interiorità, dal rito al fasto del culto, dalla ortodossia alla dottrina, dal sacrificio al fioretto, dal pellegrinaggio alle candele accese; abbiamo inventato di tutto per mostrare di "amare" quel Dio in cui diciamo di credere, ma siamo sicuri che sia il Dio di Abramo, di Mosè, di Gesù Cristo?

"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"

Il Dio dell'Esodo è un Dio "altro" rispetto alle aspettative umane e molto più vicino all'uomo di quanto non si tenti di tenerlo distante.

È un Dio vivo, che parla, minaccia, entra nella storia dell'uomo e la giudica, che ascolta il grido del povero e si mette a gridare anche lui.

Il Dio del vangelo spiega la potenza del suo braccio, disperde i superbi, rovescia i potenti, innalza gli umili, ricolma gli affamati, rimanda i ricchi a mani vuote...

Il Dio che la Scrittura ci fa conoscere e che ci chiede di amarlo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente è Dio di "Abramo, Isacco e Giacobbe" è Dio dell'uomo e per l'uomo, che diventa uomo in Cristo Gesù.

"Amerai il tuo prossimo come te stesso"

Ecco cosa ci chiede questo "Dio" umano: di amare l'uomo. "Da questo vi riconosceranno" (Gv 13,35) L'amore per l'uomo è lo stesso amore di Dio.

La testimonianza cristiana, la fede in Gesù che è capace di rivelare chi è Dio è proprio l'amore per l'uomo, la passione per gli ultimi, l'attenzione per chi è emarginato da questa società e da questo mondo. Non è una questione soltanto di elemosina o di opere caritatevoli per quietare la coscienza, piuttosto di partecipazione alla vita degli uomini, di immettere in questa nostra storia il sale e la luce del vangelo; è la ricerca di una giustizia che non sia solo equilibrio di forze, di pace che non sia solo assenza di conflitti, di libertà che non sia solo fare il proprio comodo, è crescere come famiglia umana.

Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti

Tutta la storia della salvezza passa attraverso questa realtà di amore, si concretizza nell'amore di Dio per l'uomo e nell'amore dell'uomo per l'uomo. Ogni forma di culto, di spiritualità, ogni preghiera, ogni gesto umano non sono inutili, ma vanno compresi come strumenti perché ogni cristiano sia capace maggiormente di amare come Dio ci ama.

 

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