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TESTO Da sotto il tavolo

don Luciano Cantini  

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (14/08/2011)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Tiro e Sidone sono al nord oltre la Palestina: è terra straniera, pagana. Gesù va "verso", ma non la raggiunge. Si trova in quella "Galilea delle genti", crocevia di strade dove ogni mescolanza è possibile, dove è più facile trovare le «pecore perdute della casa d'Israele».

Questa donna appartiene a Canaan, discende dai più antichi nemici d'Israele... dunque molto più che straniera. La donna porta con sé i confini non suoi: quello della nascita che la fa appartenere ad un popolo, un'etnia piuttosto che un'altra; quello religioso che agli occhi degli eletti la fa considerare una pagana; quello di un territorio che si è lasciato alle spalle, ma che ancora la segna; quello della sofferenza della figlia che l'ha messa in cammino. Questa, da sempre, è la situazione delle relazioni umane segnate da confini e discriminazioni immaginari e di ogni tipo.

Matteo, rispetto a Marco (7,24-30) esaspera la situazione e l'atteggiamento di Gesù è di una inaudita durezza. Ma i giudeo-cristiani a cui Matteo si rivolge hanno ancora dei confini giudaici dentro di sé che ancora il cristianesimo non è riuscito a liberare.

L'atteggiamento di Gesù è provocatoriamente paradigmatico di tante situazioni in cui ancora oggi l'uomo è sopraffatto da logiche umane, economiche, religiose, di potere, dalla presunzione di verità.

Anche l'atteggiamento dei discepoli non è da meno: non c'è interesse per la poveretta ma quello di eliminare un fastidio, rimediare al proprio disagio: non può venirci dietro... non ci appartiene, c'è un confine, un limite che deve essere rispettato. Chi possiede, o ritiene di possedere, un qualche potere o privilegio tende a mantenerlo, ma anche a mantenere la propria tranquillità, ciò che fa per gli altri è un equilibrio tra queste due esigenze.

Ancora l'esaperazione di un atteggiamento: c'è un confine insuperabile tra i figli e i cagnolini. Il pane, per i figli, ha il significato di una sicurezza di cui non possono fare a meno. Ci sono molti figli, ancora oggi, che considerano intangibili tante tradizioni, sono sicurezze interiori, falsi punti di riferimento senza i quali entrano in smarrimento.

«eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni»

La donna chiede un cambiamento di visuale. Finché si rimane seduti alla tavola dei figli non si percepisce quello che succede sotto la tavola: le briciole che cadono sfamano i cagnolini. C'è dunque un percorso da fare lungo le gambe del tavolo, un cambiamento di prospettiva, non più dall'alto verso il basso, ma viceversa.

Tutte le divisioni che abbiamo costruito, e ancora permengono, vanno riattraversate per essere discolte, perché una cosa sola conta ed una sola guarda il Signore: «grande è la tua fede!». I confini umani non esistono più... culturali, sociali, religiosi. Quello che conta è la fede. Quella fede che ci fa scendere lungo le gambe del tavolo per cercare il Regno di Dio e la sua Giustizia fatta dall'Amore.

 

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