PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Romani 4,4-5

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (14/10/2011)

Brano biblico: Rm 4,4-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,1-7

1Intanto si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. 2Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.

4Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. 5Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. 6Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. 7Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!

A chi lavora, il salario non viene calcolato come dono, ma come debito; a chi invece non lavora, ma crede in Colui che giustifica l'empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia. (Rm 4,4-5)
Come vivere questa Parola?
Paolo, afferrato da Cristo sulla via di Damasco, sa bene, per esperienza personale, che la nota dominante della salvezza è la gratuità. Segnato da quell'incontro, egli dichiara di non conoscere e di non voler conoscere altro che la croce di Cristo, il segno più eloquente e sconvolgente di un amore e di una conseguente salvezza totalmente immeritata.
È con lo sguardo illuminato da essa che legge la storia, anche quella di cui Israele tanto si gloriava. Una storia tutta all'insegna del dono.
È in questo contesto che si situa il paragone, applicato ad Abramo, del disoccupato che non ha alcun diritto alla paga a fronte del salariato a cui il compenso è dovuto.
Il grande patriarca non poteva vantare alcun titolo che gli desse diritto alla salvezza: al momento della chiamata era un pagano non ancora circonciso, nell'ignoranza totale della Legge che Dio avrebbe dato ai suoi discendenti e quindi nell'impossibilità di osservarla. Solo il suo fidarsi e affidarsi ciecamente alla Parola di Dio, il suo credere alle promesse, il suo sperare contro ogni speranza lo hanno spalancato ad accogliere il dono della giustificazione. Ed è diventato il padre dei credenti, il nostro padre, di cui dobbiamo ripercorrere la strada nell'umile consapevolezza che la santità chiede solo il nostro fiducioso aderire a Cristo.
Vengo a te, Signore, mendicante di luce, di grazia, di amore. Vengo a te, sorgente di Vita, per abbeverarmi alla tua onda ed essere rigenerato dalla tua croce.
La voce di un padre apostolico
Noi che siamo stati chiamati dal divino volere alla fede in Gesù Cristo, non possiamo renderci giusti da noi stessi, con la nostra sapienza o intelligenza, con la nostra religiosità o le nostre opere compiute con cuore puro, ma veniamo giustificati dalla fede.
S.Clemente

 

Ricerca avanzata  (54034 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: