TESTO Abbiamo fatto quanto dovevamo fare
Ileana Mortari - rito ambrosiano Home Page
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Vangelo: Lc17,7-10
Il discorso di Gesù presenta la similitudine, propria di Luca, del "servo inutile", che, come il precedente paragone del gelso, non va presa alla lettera interpretando ogni elemento e ogni personaggio, ma considerata nel suo "punto di forza": l'equiparazione del credente a quello che nella società del tempo era lo schiavo.
Ovviamente la scelta del termine di paragone non implica alcuna approvazione della schiavitù! Semplicemente Gesù fa leva su una situazione molto comune all'epoca e molto ben conosciuta per far capire quale deve essere l'atteggiamento del cristiano verso Dio: Egli lo invita a superare quella mentalità farisaica per cui si accampano diritti e si pretendono riconoscimenti per il proprio operato nella vecchia logica del "do ut des" (cioè: io ti do, affinché tu a tua volta mia dia qualcosa), come se Dio fosse obbligato a ricompensare l'obbedienza ricevuta dall'uomo.
Invece, sull'esempio dello stesso Figlio di Dio che "spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo" (Fil. 2, 7) e venne nel mondo non per fare la sua volontà ma quella del Padre, anche ciascuno di noi è chiamato a lavorare nella vigna del Signore come un umile servo, che non pretende riconoscimenti per quello che fa', perché, avendo sperimentato nella sua vita la straordinaria gratuità dell'Amore, non può fare a meno di viverla a sua volta nei confronti dei suoi fratelli, di ogni fratello che il Padre gli fa incontrare; e non solo non accampa titoli di merito, ma trova tutta la sua ricompensa nella gioia del servizio stesso. In fondo la logica sottostante è la stessa del brano precedente: si tratta "semplicemente" di fare spazio a Dio, cui nulla è impossibile (Luca 1,37).
E allora potremo fare nostra, con verità, la preghiera di Madre Teresa: "Signore, dammi la fede che muove le montagne, ma con l'amore. Insegnami quell'amore che prova gioia nella verità, sempre pronto a perdonare, a credere, a sperare e a sopportare. Infine, quando tutte le cose finite si dissolveranno e tutto sarà chiaro, possa io essere stato il debole, ma costante riflesso del tuo amore perfetto."
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