PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La Chiesa, nuovo popolo di Dio

don Luigi Trapelli

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/10/2011)

Vangelo: Mt 21,33-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

La parabola dei vignaioli omicidi, che Matteo inserisce nella parte finale del proprio Vangelo, chiarisce il significato che Gesù vuole dare alla sua morte ormai imminente.

Gesù ha ricevuto pesanti accuse da parte degli scribi e dei farisei, per il suo modo di agire. Ormai, lo hanno già condannato a morte. La parabola presenta un padrone che lascia la vigna a dei vignaioli perché la facciano fruttare. Al tempo dei raccolti, invia dei messaggeri che vengono però uccisi e anche lo stesso figlio viene ucciso per avere l'eredità. E' chiara la reazione del padrone che metterà a morte quei vignaioli. Poi, Gesù applica la parabola agli scribi e farisei, dicendo che il regno di Dio verrà loro tolto e consegnato a un nuovo popolo che lo farà fruttificare, con evidente riferimento alla Chiesa.

La Chiesa è il nuovo popolo di Dio, chiamato a dare frutti di autentica giustizia. Matteo ci invita a non cullarci sugli allori, ma a essere una comunità capace di portare frutti, una Chiesa esperta in umanità che porti ovunque il Vangelo della carità. Il grosso interrogativo di oggi è proprio questo: "Chiesa, ricomprendi te stessa"!

A noi oggi non interessa creare una cultura cristiana, o puntare all'appoggio di una classe politica per avere interessi in parrocchia, ma serve recuperare la fede in quella persona che è Cristo Signore e offrire frutti di giustizia. I campi in cui siamo chiamati ad agire sono tanti. In primo luogo la famiglia che deve recuperare una sua identità.

Parlando di famiglia, non possiamo scordarci che oggi è la festa dei nonni. Quei nonni che sono il valore aggiunto alla famiglia, specie nell'educazione e nella presenza ai loro nipotini. Il lavoro che a volte sembra spersonalizzarci, il tempo libero con le tante opportunità di azione. Pensiamo al campo della carità, pensiamo al settore delle attività ricreative per ragazzi e giovani, al settore pedagogico, alla formazione degli adolescenti. Il frutto più maturo è quello di sentirsi una comunità dei poveri, che è al fianco di chi soffre, è debole e subisce violenza. Ma se noi non abbiamo nulla di diverso, cioè manchiamo nella fede in Cristo e nello stare insieme con Lui, rischiamo di perdere il gusto del servire i nostri fratelli.

Il Cardinal Bagnasco in questi giorni ha avuto parole molto forti nei confronti della realtà politica e sociale di oggi. Siamo chiamati tutti ad operare un salto di qualità, anche a livello delle nostre realtà ecclesiali. Forse l'accusa più grossa di oggi che faccio a me stesso, è proprio quella di sentirci persone né calde né fredde, passive, in attesa, senza tanta voglia di fare, vivendo in un'apatia generale e in un pessimismo che spaventa, per cui sembra che il tempo di oggi abbia solo aspetti negativi.

Le comunità cristiane, che riprendono in questo mese le attività formative, possano tornare a mettere al centro l'incontro con Gesù, il servizio alla persona, l'attenzione all'anno liturgico come percorso esemplare di vita cristiana, per formare dei cristiani in grado di ritornare, come alle origini, a essere gioiosi annunciatori di un Vangelo vivo.

Senza scordarsi il monito del Papa che in Germania, come in altri luoghi, ribadisce l'importanza di ritornare a mettere Dio al centro di tutto. Una società che bandisce Dio è una società destinata a scomparire. Ma una società che pone Dio al centro crea dentro le persone quel grande anelito di vita e di speranza che caratterizza l'esperienza cristiana.

 

Ricerca avanzata  (54012 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: