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TESTO Una rete che raccoglie ogni genere di pesci

don Romeo Maggioni  

II domenica dopo la Dedicazione (Anno A) (30/10/2011)

Vangelo: Mt 13,47-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

L'opera missionaria della Chiesa vuol raggiungere ogni uomo e ogni cultura: "Il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci". Ma la salvezza alla fine è decisa dalla propria scelta personale, perché c'è un bene e un male che ciascuno è chiamato a discernere nella propria vita. Pesci buoni e pesci cattivi hanno diversa sorte.

Ci dice, da una parte, l'apertura a tutti, una missionarietà che non deve trovare barriere: ogni uomo ha diritto al regno e a sentirne l'annuncio. Forse anche significa una Chiesa più accogliente e tollerante, e non una setta di perfetti.

Dall'altra poi però, appartenere al regno di Dio è qualcosa di ben preciso e definito, non un generico buonismo che tutto contiene, un sincretismo che mena all'indifferenza, un soggettivismo che - come capita - diviene "dittatura del relativismo".

1) Apertura e tolleranza

Il mondo si rimescola sempre più; la nostra diviene sempre più una società multietnica, multiculturale, multireligiosa. La Chiesa è chiamata ad essere anche qui un segnale e una luce. Molti di questi stranieri tra noi sono anche cristiani: saperli riconoscere, accogliere e stimare il loro dono come ricchezza per tutta la comunità. Forse anche uno stimolo di rinnovamento e giovinezza. Molti hanno altre fedi: nei loro confronti il rispetto, una conoscenza più precisa, un dialogo. E magari quel contagio che si esprime nella buona relazione quotidiana. Il linguaggio però che tutti sanno percepire è quello della carità: solo questa fa intuire che dietro ci sta una visione diversa della vita, una verità e delle motivazioni superiori; l'amore gratuito fa trasparire una fede matura!

Il mondo è da sempre un miscuglio di buoni e cattivi, di chi vive una onestà e di chi invece perverte se stesso e gli altri con una coscienza sbagliata. Questo anche entro la Chiesa. Paolo si lamentava già delle sue comunità: "Molti si comportano da nemici della croce di Cristo: il ventre è il loro Dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra" (Epist.). Verrebbe da dire: "Vuoi che andiamo a raccoglierla" la zizzania? "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania con essa sradichiate anche il grano" (Mt 13,28-29). Anche la Chiesa, inizio del Regno, è "una rete che raccoglie ogni genere di pesci"! Sapersi distinguere, ma tolleranza: solo alla fine, non noi, ma Dio farà il giudizio. La tentazione di una Chiesa, sette chiusa di perfetti, è tentazione di sempre.

Anche oggi, da noi, c'è chi si crede più perfetto e diviene intransigente con tutti, e tratta gli altri come "pattume". Ci si chiude in un ambito privilegiato (socialmente ed economicamente) e ci si pone entro la cultura di oggi come in una torre di difesa, in un ghetto chiuso, impenetrabile, privilegiando una "presenza" più d'alternativa e di scontro che non di dialogo. Peggio poi è quel ghetto di cristiani che si ergono a nostalgici di un passato che è superato non solo in forme e atteggiamenti di fede, ma anche dottrinalmente. E' passato nella Chiesa un Concilio, proprio "simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Sale e lievito è detto il discepolo, e quindi si pone in mezzo agli altri con la coerenza e la testimonianza discreta.

2) Lo specifico

Non di meno il compito della Chiesa è quello dell'annuncio dello "specifico cristiano", il riferimento cioè a Dio e a Cristo come realtà decisiva per la vita di ognuno. "Fuori di me non c'è altro Dio; un Dio giusto e salvatore non c'è all'infuori di me. Volgetevi a me e sarete salvi, voi tutti confini della terra, perché io sono Dio, non ce n'è altri" (Lett.). Raccontare Dio e le sue opere, fare memoria degli eventi salvifici di Cristo è la prima missione dei credenti: "Fate questo in memoria di me" (Lc 22,19). "Raccontate, presentate le prove, consigliatevi pure insieme!" (Lett.). Pietro esortava a essere "pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza" (1Pt 3,15-16). Il dialogo vero comporta una identità che sa confrontarsi su cose precise non sul vuoto, il generico o.. "l'ecumenico"!

Specifico soprattutto per quello che è il destino ultimo (e unico) cui è chiamato ogni uomo. Per Paolo era la tensione della sua vita: "Dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù" (Epist.). Là deve correre il nostro cuore e il nostro proposito: "La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose" (Epist.). Si sente ogni tanto qualcuno che rimprovera ai credenti di parlare troppo poco della vita eterna.

E anche - soprattutto - di parlare poco dell'inferno; o comunque del giudizio finale di Cristo. "Quando la rete è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi". Altra volto Gesù fu più esplicito: "Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria,.. si siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri" (Mt 25,31ss). E avranno sorte diversa. "Così sarà alla fine del mondo. verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti". Sarà il fallimento definitivo: "Lo stagno ardente di fuoco e di zolfo sarà la morte seconda" (Ap 21,8).

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"Avete compreso tutte queste cose? Gli risposero: Sì". Lo possiamo dire anche noi? Compreso in un modo significativo, che orienta diversamente al vita. Dicevano gli antichi Padri: "Fa' memoria delle Ultime Cose e non peccherai mai più!". Tutto l'opposto della cultura moderna, che nasconde e non vuol sentire parlare della morte. Sembrano tutti... immortali!

 

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