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TESTO La pazienza di Dio

mons. Antonio Riboldi

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/07/2002)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Ho incontrato un giorno due stupendi genitori che non si davano pace per la morte di un figlio, che aveva solo 18 anni e come tanti si era lasciato prendere dalla mania della discoteca.

"Mamma, papà, continuava a ripetere, che giovinezza è mai la mia se non posso tuffarmi nella esperienza di una discoteca, dove ci saranno pure dei pericoli, come dite voi, ma ci sono tanti amici, si viene a conoscere la vita e quindi ci si fa maturi per le scelte del domani".

Così quel giovane, come tanti, volle fare esperienza di vita, frequentando la discoteca e una notte, tornando a casa, nessuno saprà mai come o perché, la sua vita finì contro un albero, per sempre.

Come una meravigliosa candela, che non aveva capito che la luce va difesa con ogni cura ed invece esposta alla bufera spegnendosi bruscamente per sempre. Non si davano pace quei genitori per la perdita del figlio, nell'animo chiedendosi perché niente o nessuno sembrava fare qualcosa per difendere il bello che è nella vita.

"Siamo davvero assediati da tanto male e oggi - mi dicevano - non sappiamo più se avere un figlio e generare paura. Un figlio a 18 anni è davvero il dono più grande di Dio, per la stupenda bellezza della sua età...come vedere un fiore che alla luce del sole si apre come volesse partecipare della sua gioia tutta la terra, che porta gli inconfondibili segni del Padre.

Loro, i figli, vanno incontro al mondo credendolo buono, e non sanno che è, può essere, una palude che ti inghiotte inesorabilmente...come ha fatto con mio figlio...Ma Dio perché non ci mette una mano?"

Sembrava ripetessero quanto scrisse una giovane che frequenta la 3^ Liceo: se tu fossi il buon Dio salveresti gli innocenti, da questa morte senza ritorno. Faresti molto meglio se tu fossi il buon Dio. Saresti più serio. Se sei il buon Dio perché lasci gli uomini uccidersi per la libertà? Se tu fossi il buon Dio escluderesti le ingiustizie del nostro mondo di falso paradiso.

Apriresti gli occhi, guardando questo mondo che ha il fetore dell'inferno. Insomma, buon Dio, così poco presente, non barare ipocritamente.

Fa giustizia una volta per tutte e dimostraci che sei davvero Dio giusto!" Ma ha ragione questa ragazza di gridare così il suo dolore simile a quello di tantissimi che non sanno spiegarsi il tanto male che ci attornia fino quasi a soffocarci e chiama in causa una giustizia che metta fine a tutto?

Forse dovremmo tenere presente, ma ben presente, che Dio ci ha fatto dono della libertà e che questa è la capacità e responsabilità di dire "sì" o "no" a Dio stesso e quindi al bene o al male. E non vi può essere amore vero in nessun caso, se non è frutto di libertà.

Credo che oggi, come sempre, si ripeta la storia di Adamo ed Eva che, provati dal Padre per un "sì" all'amore, ingannati dal serpente il più astuto degli animali, scelsero la disobbedienza all'amore.

Amare è l'arte più difficile che ci sia, essendo l'amore il bene più grande l'uomo possa avere o dare. Ma, come sempre, è frutto di una scelta responsabile chiede, in altre parole, un "sì" o un "no": un "sì" o un "no" che viene dal confronto tra ciò che davvero è bene o male, ossia espressione di amore o di egoismo.

Il demonio ha sempre cercato nella storia dell'uomo di ripetere l'inganno usato con i primogenitori: ossia quello di fare apparire buono, migliore, ciò che invece non può esserlo perché solo Dio è il vero Bene necessario all'uomo.

E gli uomini, certamente ingannati dal male, arrivano a chiamare bene il suicidio, l'aborto, il disprezzo della vita, il divorzio, il continuo sfregio alla castità che è davvero, se conservata, la bellezza del cuore che esalta la bellezza dell'amore e del dono di sé nell'amore. Addirittura arriva ad esaltare la violenza, l'odio, l'illegalità e chi ne ha più ne metta, facendo così di questo mondo e della coscienza una vera spazzatura dove non è possibile spunti anche un piccolo fiore che indichi la gioia e la bellezza dell'uomo o della donna.

Il tutto generando il grande dolore che ci circonda e fa quasi dubitare della presenza di Dio perché non "prende posizione", come affermano alcuni.

Incontrando un uomo che aveva fatto nella sua vita la scelta di essere ricco ed importante nella criminalità, gli rinfacciai duramente il fatto che faceva la sua fortuna sullo spaccio di droga.

"Ogni busta di eroina o grammo di eroina, gli dissi è come caricare una pistola che presto o tardi ucciderà". "Padre, mi rispose, io non vendo droghe, le offro a chi le chiede". La responsabilità è di chi le chiede, liberi di non chiederle. " E se i suoi figli chiedessero a qualcuno droga, sempre nella tua incredibile logica di "offerta" e non di "vendita", lei venendolo a sapere cosa farebbe? "Li ammazzerei come cani".

Questo del fare appello ad una libertà, troppe volte che tale non è perché oscurata dall'inganno del male e quindi incapace di scegliere tra il bene e il male, è la scusa del mercato del male è davvero ciò che uccide la rettitudine della coscienza che Dio ha messo in ogni uomo per sapere distinguere il bene dal male.

Credo allora anziché disperarsi o addirittura accusare Dio, perché non interviene a mettere ordine, sia urgente una sana educazione alla responsabilità, ossia ad una conoscenza di ciò che veramente è bene alla luce di Dio ed ad un uso retto della libertà, che è dire "sì" al bene e un secco "no" al male.

E ciò che hanno fatto e fanno i santi e tutti quei cristiani che hanno il volto sempre teso verso Dio, e si muovono in quella spiritualità che è modo di vivere alla luce della Parola di Dio, luce ai nostri passi.

Sono quei testimoni del bene e della gioia che non mancano per fortuna - anzi sono tanti - e la loro bellezza di cuore, la loro felicità, è testimonianza che il bene può abitare tra di noi. La storia del resto fa menzione e ammirazione dei santi, di ogni età, non di gente caduta nel nulla perché questa è la sorte di chi si svende al male.

Il santo Card. Shuster amava ripetere: "La gente non si ferma che davanti ai santi. Questi sono come Dio che passa e non si può, vedendoli che ritrovare la propria meravigliosa origine e vocazione".

Ma come conciliare questa convivenza necessaria tra voglia di bene e ubriacatura di male e di dolore. Penso ai genitori di tanti giovani morti da discoteca o da droga. Soffro con loro e per loro.

E' la domanda che posero a Gesù è che ebbe questa risposta: il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò.

Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. I servi dissero al padrone: non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Rispose: un nemico ha fatto questo...Gli dissero i servi: vuoi che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che cogliendo la zizzania, con essa non sradichiate anche il grano.

Lasciate che l'uno e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio (Mt.13,24-30)

E la divina pazienza che mentre protegge i buoni, quasi coprendoli della sua Grazia, nello stesso tempo vuol dare tempo alla zizzania perché si ravveda.

Ci appare difficile certamente dovere essere fianco a fianco con ogni mentalità errata che sembrano il decalogo di satana che non finisce di mietere zizzania dappertutto, nelle anime, nelle famiglie e nella società...

Ma come Gesù non ebbe assolutamente paura di vivere il suo tempo non diverso dal nostro, per la presenza del male, così chi davvero di noi ama il bene e vuole essere grano, mentre ha la certezza dei santi, che è Dio ad avere cura della sua bellezza, così può essere occasione che tanta zizzania smetta di essere tale, in famiglia nella società. In fondo noi continuiamo, nonostante tutto ad essere "luce e sale della terra", ed essere figli del Padre, nella pazienza.

 

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