PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Non vi siete nemmeno pentiti

don Luca Orlando Russo

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (25/09/2011)

Vangelo: Mt 21,28-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,28-32

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 28«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. 29Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. 30Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. 31Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. 32Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Il contesto della parabola è quello del conflitto aperto tra Gesù e le autorità religiosi e civili che governano Gerusalemme. Matteo ci presenta ben cinque controversie che segnano la rottura tra Gesù e chi esercita il potere. La prima di queste controversie riguarda l'autorità di Gesù. I capi, infatti, dopo che Gesù aveva scacciato i venditori dal Tempio, ingaggiano con lui una vera e propria battaglia che, ahimè, si concluderà con la condanna di Gesù. Gesù non si sottrae dallo scontro, anzi desidera confrontarsi e chiama i suoi interlocutori ad essere veritieri, ad esporsi, a prendere posizione. Non a caso li interroga sul battesimo di Giovanni Battista, figura controversa che il popolo ammirava, ma che sfuggiva al controllo religioso e politico delle autorità. I nemici di Gesù non vogliono compromettersi con una risposta ed è proprio in questo atteggiamento che Gesù coglie la volontà di non volersi pentire.

La conclusione di Gesù è amara: pubblicani e prostitute passano avanti nel regno di Dio a chi solo formalmente risponde positivamente alla volontà di Dio, ma che, alla prova dei fatti, non aderisce ad essa. Dietro la paura di esporsi si nasconde una profonda ambiguità e soprattutto l'ipocrisia tipica di chi non ha nessuna voglia di pentirsi.

I due figli della parabola cambiano entrambi opinione ed entrambi manifestano di conoscersi poco, ma tra di loro vi è una sostanziale differenza: il primo ha avuto il coraggio di pentirsi, ovvero il coraggio di mettersi inizialmente contro il Padre, non esitando, dopo aver preso consapevolezza del suo errore, a ritornare sui suoi passi. L'ambiguità del secondo sta tutta nel non aver palesato sin dall'inizio, con una risposta solo formale, quello che da sempre nutriva nel cuore. Il primo è un ribelle, il secondo un'ipocrita. La ribellione non impedisce al primo di pentirsi e di aderire alla volontà del Padre, l'ipocrisia per il secondo figlio è un ostacolo insormontabile per accogliere la misericordia e quindi la volontà del Padre.

Il secondo, forse, dovrà fare qualche passaggio in più, ma anche per lui le braccia del Padre sono sempre aperte e restano in attesa di poterlo accogliere.
Buona domenica e buona settimana!

 

Ricerca avanzata  (54016 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: