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TESTO Gesù non si segue in solitaria…

don Giovanni Berti

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (04/09/2011)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

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La messa finale della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid l'ho seguita insieme al gruppo di giovani con cui sono andato in Spagna, in un parco del centro della capitale spagnola, attraverso un maxischermo. Non siamo riusciti ad entrare la sera prima nel grande ma male attrezzato spazio di Cuatros Vientos, nella periferia, e così abbiamo ripiegato per il centro cittadino. Sicuramente se riuscivamo ad entrare avremmo seguito pure li su un maxischermo la veglia e la messa, con la differenza che avremmo penato non poco per la mancanza di bagni e di acqua da bere e la pioggia.

Delle parole del papa nell'omelia (che commentava il capitolo 16 di Matteo, quando Gesù affida a Pietro la Chiesa), mi ricordo un passaggio che mi sono segnato: non si segue Gesù in solitaria. La Chiesa è parte fondamentale per l'esperienza di Cristo. Non arrivo a Cristo se non passo prima di tutto attraverso l'esperienza della prima comunità di discepoli che mi hanno lasciato la testimonianza delle sue parole e azioni. Non posso fare esperienza di Cristo se non la condivido con i cristiani di oggi, con la Chiesa di oggi.

L'esperienza cristiana non è un cammino in solitaria. Il rischio è di farmi un Gesù "mio"... che non è certo quello che Gesù stesso voleva.

Conosco molti che rifiutano apertamente l'esperienza comunitaria della fede, e in particolare rifiutano la Chiesa. Dicono che credono in Gesù ma non nella Chiesa.

Andando un po' in profondità a queste loro affermazioni si avverte un sincero rifiuto della Chiesa così come loro la sentono e come essa si presenta a loro e al mondo d'oggi. Se siamo sinceri, tutti noi abbiamo spesso dei moti di rifiuto di certe manifestazioni della Chiesa, sia del passato che di oggi.

Non credo che questa sia una mancanza di fede. Anzi è necessario che la Chiesa in continuazione si auto-critichi per domandarsi in continuazione se è fedele o meno al mandato di Gesù di rappresentarlo in terra ("tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo"). E' questo in fondo il moto di continua conversione al vangelo che tutti nella Chiesa siamo chiamati a fare, dal papa fino all'ultimo battezzato.

Dell'esperienza madrilena, non porto via nulla delle esperienze oceaniche che sono state organizzate, anche perché non ero presente in nessuna di esse. Era davvero difficile esser presente al saluto del papa il primo giorno, alla via crucis e infine alla veglia e messa di Cuatros Vientos.

C'era davvero troppa gente, e il rischio di passare da comunità in preghiera a massa indistinta era davvero forte. E le masse indistinte non sono mai una comunità...

Dell'esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù porto via i piccoli incontri per strada con gente di lingua e razza diverza e i momenti di preghiera dove eravamo un migliaio o poco più (quindi non una folla oceanica); porto via l'esperienza di amicizia e di cammino con i giovani del bus con i quali sono venuto e poi tornato a casa. Dell'esperienza della GMG, porto via la dimensione "cattolica" della Chiesa, nel senso letterale del termine. La Chiesa è davvero "universale" (è questo il significato di "cattolica"): il messaggio di Cristo coinvolge e accomuna davvero persone di luoghi, culture e lingue assai diverse.

Ricordo in particolare che durante un momento di preghiera, il prete spagnolo ha invitato i presenti a fare un canto religioso secondo la propria cultura e tradizione. Abbiamo cantato noi italiani e dopo di noi un gruppo di cristiani dalla Siria e infine un gruppetto di brasiliani. Ne è venuto fuori un mix di canti e suoni davvero diversi, apparentemente opposti (...una nenia un po' monotona e triste da parte dei siriani e un canto festoso con un mezzo ballo da parte dei brasiliani...). Ed era lo stesso Cristo che ci univa. E questa unità di fede la sperimentavamo concreta e visibile.

E' vero, non si può seguire Cristo in solitaria, come ha detto papa Benedetto. Cristo stesso ha detto ai suoi amici che lui è presente dove c'è una comunità che cerca di stare insieme, nell'amore, nella cura reciproca e nel perdono reciproco. Non una massa...ma una comunità reale che alla fine contagia il mondo intero.

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