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TESTO Commento su Romani 13,8-10

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (04/09/2011)

Brano biblico: Rm 13,8-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

"Il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Rm 13, 9).
Riprendiamo con gioia il cammino alla luce della Parola con una pericope della seconda lettera della Liturgia odierna (dalla lettera di Paolo ai Romani), dove si focalizza ciò che è sostanziale per una vita del tutto umana e veramente cristiana. Sintesi dunque di tutto è il comandamento dell'amore del prossimo. Sì, "pieno compimento di tutta la legge", quella promulgata da Mosè sul Sinai e quella consegnata da Gesù nel Vangelo, è propriamente il suo comandamento, il precetto che c'impegna a non fare del male a nessuno, anzi a volere il bene dell'altro, a qualsiasi etnia, nazione, lingua appartenga. Farlo crescere in forza di quell'energia fondamentale e purissima che è l'amore, si rivela come l'avventura più bella del cristiano.
Potrebbe, sulle prime, stupirci che Paolo identifichi la sintesi di tutto nell'amore del prossimo e non nell'amore di Dio. Attenzione! Paolo dà per scontato che il cristiano sia ben persuaso di quel che ha scritto Giovanni (apostolo ed evangelista!). "Dio è amore". "Egli per primo ci ha amato". "Chi ama è da Dio e conosce Dio". "Chi non ama dimora nella morte".
E' dunque evidente che per vivere il precetto dell'Amore che in pratica è tutta la Legge, abbiamo assolutamente bisogno dell'amore di Dio. Da solo, l'uomo è troppo condizionato dalla rete imprigionante dell'egoismo. L'unica vera liberazione viene dall'Alto. Ed è l'energia stessa dell'Amore di Dio che diventa in noi possibilità di esercitare l'amore nei confronti del prossimo.
Amare come c'insegna Gesù dà luce alla vita intera, anche quando è molto avanzata negli anni. Ma amare non è come succhiare una caramella. Amare dà gioia; esige però l'attenzione all'altro, lo sforzo di comprenderlo, l'impegno a conoscerlo nelle sue qualità positive e a promuoverlo. Si tratta di uscire dal guscio dell'egoismo, anche a costo di scomodarsi.
Questo penserò nella mia pausa contemplativa, oggi; per convertirmi sempre più da una religiosità solo formale e comportamentista a una fede cristiana autentica, viva e testimoniante.
Signore, grazie perché capisco che essere cristiano vuol dire convertirmi ogni giorno ad amare.
Dammi coraggio, perseveranza e cuore lieto mentre vivo il tuo comandamento non come un impossibile gravame, ma come un canto. Un canto all'Amore.
La voce di una beata
"L'amore non vive di parole ne può essere spiegato a parole"
Madre Teresa di Calcutta

 

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