PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Le ragioni dello stare insieme

mons. Roberto Brunelli

XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (04/09/2011)

Vangelo: Mt 18,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 18,15-20

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 15Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

19In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Ad Ancona è cominciato ieri, e si protrarrà sino a domenica prossima, il 25° Congresso Eucaristico Nazionale: una grande assemblea, in cui si trovano fianco a fianco cristiani provenienti da ogni parte d'Italia. Essi, ma allo stesso modo tutti i partecipanti alla Messa, non importa dove, trovano nelle letture odierne di che riflettere sul perché e come stare insieme, in chiesa e fuori. Il vangelo (Matteo 18,15-20), dopo aver trattato il da farsi quando sorgono conflitti - è persino superfluo rilevare che Gesù invita a regolarli sempre e soltanto per vie pacifiche, senza odio né violenza - passa ad esporre la motivazione profonda dello stare insieme in quanto cristiani: "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io, in mezzo a loro".

E' facile intuire come alla luce di una tale realtà sia facile appianare ogni contrasto, comporre i dissidi, risolvere le controversie. A cominciare dall'ambito abituale della vita di ciascuno, la famiglia: se i suoi componenti ricordassero sempre di essere cristiani, con la relativa garanzia che il Signore è in mezzo a loro, tante tensioni si scioglierebbero come neve al sole, e l'armonia regnerebbe sovrana. Ma la rassicurante presenza del Signore sovviene anche in altre circostanze; ad esempio quando due cristiani si associano per compiere un'opera buona: è un bell'invito a praticare quelle opere di carità che richiedono l'impegno congiunto di più persone. Altro esempio, quando i cristiani pregano insieme, in chiesa o altrove: e in proposito la presenza si fa massima con la celebrazione della Messa, quando gli intervenuti si riconoscono fratelli, figli del Padre comune, al quale tutti insieme offrono il Signore Gesù, morto e risorto per loro.

Essere consapevoli di questo porta automaticamente ad assumere un certo stile di vita che si espande in ogni ambito: lo stile di vita proprio del cristiano, il quale in ogni momento e occasione tratta gli altri per quello che sono, cioè suoi fratelli. Sull'argomento, la seconda lettura (Romani 13,8-10) ricorda qualcosa che non tutti hanno presente. Tutti sanno che la Bibbia espone la Legge di Dio, riassunta nei dieci comandamenti dati al popolo d'Israele liberato dall'Egitto e in cammino verso la terra promessa. Quei comandamenti sono stati mantenuti anche da Gesù, il quale anzi ne ha chiarito e approfondito il senso e, per così dire, ne ha svelato l'anima segreta che li unifica tutti. Lo ha fatto quando, a un tale che gli chiedeva qual è il comandamento principale, l'ha indicato nell'amore: verso Dio e verso il prossimo. Questo comandamento non corrisponde a nessuno dei dieci che conosciamo, perché in realtà li comprende tutti, così come comprende tutti gli altri precetti e norme che regolano la vita del credente. Li comprende tutti: si può dire che gli altri ne sono soltanto un'applicazione, un'esemplificazione.

In altre parole: il cristiano ha da osservare un unico comandamento, quello di amare. Se ama Dio, lo mette al di sopra di tutto, non lo offende, lo onora santificando le feste. Se ama il prossimo, non lo danneggia con la violenza, non lo deruba né lo imbroglia e così via. Se ama: il punto sta qui. Se ama Dio, lo riconosce come il Creatore e Signore, da rispettare; lo riconosce come Padre, da ascoltare riponendo in lui fiducia e speranza. Se ama il prossimo, considera gli altri non come inferiori da sfruttare o rivali su cui prevalere o estranei da ignorare. E allora gli sarà facile dedurre come comportarsi, e così avrà adempiuto la volontà di Dio. E' appunto quanto, relativamente all'amore del prossimo, ricorda Paolo nel passo citato: "Chi ama l'altro ha adempiuto la Legge. Infatti, 'Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai (le cose d'altri)' e qualsiasi altro comandamento si ricapitola in questa parola: 'Amerai il tuo prossimo come te stesso'".

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: