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TESTO Voi chi dite che io sia?

mons. Antonio Riboldi

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XXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/08/2011)

Vangelo: Mt 16,13-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 13Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». 14Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Vorrei fare precedere la riflessione, partendo da un incontro, avuto pochi giorni fa. Chi mi stava davanti, per un colloquio a tu per tu, era un giovane uomo, che ha fatto una drammatica esperienza da terrorista, seguita da tanti anni di carcere. Nel racconto della sua vita, terribile, neppure lui riusciva a capire le ragioni delle sue scelte e così le spiegava:

'Forse la mia giovinezza inquieta, forse la mia voglia di fare qualcosa per cambiare la società, forse la mia mancanza di quella fede che lei ha e la rende sereno, nonostante, credo, le tante difficoltà che ha incontrato nel corso della sua vita... non lo so. Da lei - le sembrerà incredibile - vorrei avere una mano per trovare risposta ad un problema, che per me è diventato ora molto serio, essenziale, ossia trovare la ragione di questa vita: una vita che sento oggi come un bene grande, ma di cui non ho saputo o voluto cercare il bello. Forse lei, come tanti altri, che ho conosciuto e conosco, avete trovato la giusta ragione della vita nell'essere cristiani, seguaci di quel Gesù, che a me è sconosciuto, come non esistesse, ma che ora sembra affacciarsi alla mia vita come Qualcuno che potrebbe dare un volto al bene della vita stessa. Qualcuno o qualcosa deve esserci che avvalori il senso dell'esistenza. Non è possibile che vivere significhi vagare senza senso, andando incontro ad esperienze che portano da nessuna parte o peggio solo al vuoto dell'anima. Ma le chiedo - e me lo diceva con commozione - che è mai questo Gesù che, nonostante i nostri incredibili sbagli, si presenta nella nostra vita per trascinarci con Lui? Chi è Costui che ha questa forza di attrarre al punto da farti intuire che senza di Lui non si può vivere felicemente, e neppure decentemente?'

Sgranava queste parole con il tono accorato di una preghiera. Ed ogni parola era una domanda sussurrata, che si rivolgeva, neppure lui sapeva, a chi? Una domanda che però cercava una risposta, che è il segreto della vera vita, o se vogliamo il 'tesoro nascosto' della vita.

Faceva persino meraviglia che questa domanda venisse da un uomo, sulla cui bocca, fino a poco tempo fa, c'erano ben altre parole e, nel cuore, ben altri sentimenti.

'Chi è Gesù?' - Gli ho risposto - 'è semplicemente il Figlio di Dio, Egli stesso Dio. Il Padre ce lo ha mandato per immenso amore a noi uomini, sacrificandolo perché, dalla nostra grettezza, dai nostri errori, dalla nostra stupida e crudele violenza, dal nostro guscio fatto di superbia, morendo a tutto questo, con la Sua Grazia, potessimo rientrare in comunione con il Cielo di Dio, che è solo pace, gioia, amore, serenità, voglia di fare il bene.'

E viene spontaneo rivolgersi a tutti: 'Se Gesù è tutto questo immenso dono del Padre fatto a noi, perché tanta ignoranza o silenzio su di Lui?'

Tutti sappiamo bene che, delle persone che ci stanno a cuore, non solo desideriamo conoscere tutto, come fossimo perennemente abitanti nel loro cuore, ma ci sono sempre presenti nella mente e più ancora nella vita, come se fossimo una cosa sola.

Quante volte ho avuto il dono di essere vicino a persone di ogni stato ed età, per le quali 'vivere era Gesù', come afferma S. Paolo. Non c'è bisogno che ci dicano come Gesù sia il senso della loro vita, perché lo si vede dai loro gesti, dalla bontà, dall'umiltà, dalla profonda serenità.

Hanno la sicurezza che ebbe S. Pietro, quando Gesù chiese agli apostoli chi fosse per loro.
Racconta il Vangelo:

"Essendo Gesù giunto nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai suoi discepoli: 'La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?'. Risposero: 'Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti'. Disse loro: 'Voi chi dite che io sia?'. Rispose Simon Pietro: 'Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente'. E Gesù: 'Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io dico a te: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cielì. Allora Gesù ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che lui era il Cristo". (Mt. 16, 13)

E' stata la presentazione ufficiale agli apostoli - e quindi a noi - di chi è Gesù, da tanti ritenuto solo un profeta, anche se dotato del dono dei miracoli.

'Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio': una rivelazione non pienamente compresa dagli Apostoli. Lo sarà dopo la discesa dello Spirito Santo, e da quel momento Egli diventerà davvero, per loro, 'il Tutto', che spiegava la loro chiamata, 'il sommo Bené da comunicare a costo della vita, con il martirio, a tutto il mondo. E ci si commuove, leggendo le lettere di S. Paolo, fermato da Gesù sulla via di Damasco, mentre stava cercando i discepoli del Maestro, per arrestarli. Sono lettere in cui si intravede chiaramente come abbia poi totalmente amato, Colui che lo aveva prescelto, fino a dire l'indicibile forse per noi -: 'Per me vivere è Cristo'.

È la stessa risposta che mi diede mamma, innamorata di Gesù, che non faceva passare giorno senza ricevere la S. Comunione, dicendomi: 'Senza Cristo la mia vita, come mamma che deve educarvi alla fede, sarebbe impossibile'.

Fa davvero male, anche solo pensare che ci sono tanti battezzati, e quindi 'dimora di Cristo, loro cibo e bevanda per la vita dello spirito', che non riescono neppure a concepirne la reale Presenza tra noi o hanno una conoscenza superficiale, che non ha nulla a che fare con il vero amore. Siamo forse troppo lontani da quello che oggi scrive S. Paolo apostolo ai Romani: "O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i Suoi giudizi e inaccessibili le Sue vie! Infatti chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato Suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia il contraccambio? Poiché da Lui, grazie a Lui, e per Lui sono tutte le cose". (Rom. 11, 33-36)

Sono di grande aiuto le parole di Paolo VI, innamorato di Cristo, per risvegliare anche in noi un amore, forse troppo sopito, per Gesù.

"Il mondo dopo avere dimenticato e negato Gesù, lo cerca. Ma non vuole cercare quale è e dove è. Lo cerca fra gli uomini mortali, ricusa di adorare il Dio che si è fatto uomo e non teme di prostrarsi servilmente davanti all'uomo che si fa Dio. Ma da questa inquietudine degli spiriti laici e ribelli prorompe fatale una confessione di Dio assente: di Te abbiamo bisogno.

È una strana sinfonia di nostalgici che sospirano a Cristo perduto; di pensosi che intravedono qualche evanescienza di Cristo; di generosi che da Lui imparano il vero amore al prossimo; di sofferenti che sentono la simpatia per l'uomo dei dolori; di delusi che cercano una parola ferma, una pace sicura; di onesti che riconoscono la saggezza del vero Maestro; di convertiti che infine confidano la loro avventura spirituale e dicono la loro felicità per averLo trovato. L'ansia di trovare Cristo si insinua anche in un mondo avvinto nel materialismo, ma che non vuole soffocare.
'.

O Cristo, nostro Mediatore, Tu ci sei necessario per venire in comunione con Dio Padre, per diventare

con Te, che sei Figlio unico, Suoi figli adottivi. Tu ci sei necessario, o Fratello primogenito del genere umano, per ritrovare le ragioni della fraternità fra gli uomini, i fondamenti della giustizia, i tesori della carità, il sommo bene della pace. Tu ci sei necessario, o grande Paziente dei nostri dolori, per conoscere il senso della sofferenza e per dare ad essa valore di espiazione e redenzione".

È una stupenda confessione di chi era Gesù per Paolo VI, ed un insegnamento per scoprire davvero in Gesù il vero senso profondo della vita, la vera via alla vita, per non correre il rischio di andare per strade che portano al nulla e che ad ogni passo altro non fanno che farci sentire il peso di una vita sbagliata.
Con tutto il cuore preghiamo Gesù:

"Gesù, dolce memoria, che dà la vera gioia del cuore, molto più del miele e di ogni cosa dolce, è la tua Presenza. Niente si canta di più soave, nulla si ode di più lieto,
nulla si pensa di più rasserenante, che Gesù Figlio di Dio.

Gesù, speranza di chi si converte, quale misericordia per chi ti invoca! Quanta bontà per chi ti cerca. Che sarai per chi ti trova?

Non vi è lingua capace di narrare, né parola in grado di esprimere cosa sia l'amore di Gesù. Gesù, sii tu la nostra gioia; Tu il guadagno che ci attende.

Sia in T e la nostra gloria, sempre e per tutti i secoli."

 

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