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TESTO Commento Giovanni 15,9-17

Paolo Curtaz  

VI Domenica di Pasqua (Anno B) (25/05/2003)

Vangelo: Gv 15,9-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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9Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.

Oggi Gesù Risorto ci chiede di dimorare in lui per avere la gioia in pienezza. E', se volete, la conclusione logica del discorso fatto le scorse domeniche: lui, il buon pastore, ci chiede di essergli uniti come il tralcio alla vite, perché senza di lui non possiamo fare nulla. Sì: davvero il Signore è colui che ci comunica la gioia, davvero il "dimorare" in lui, l'abitare in lui ci può colmare di gioia. Ma è una lotta dura, una fatica, la dimenticanza è sempre in agguato. Le cose di ogni giorno non ci portano verso Dio, né tantomeno verso la gioia. Anzi: più spesso ce ne allontanano. Come fare, allora? Come perdurare nella Presenza? Anzitutto nella preghiera, che è la gioiosa partecipazione alla presenza di Dio nella verità e nel silenzio del cuore. Più avremo il coraggio di pregare e più avremo la percezione del "dimorare" nel Signore.

Gesù ci suggerisce il modo concreto per dimorare: l'osservanza del comandamento dell'amore. E' difficile parlare di "comandamento" perché esso suscita reazioni adolescienzaili di "legge da rispettare" e, perciò stesso, ci diventa antipatico e mal sopportabile. No, mi piace di più usare la parola "disciplina". Ogni atleta, ogni universitario si dà una disciplina: degli orari, una dieta, una regola. Così la fede: occorre una regola, una disciplina per mantenere l'allenamento. E la disciplina consiste nel porre gesti d'amore nella concretezza, lasciar dialogare il sentimento con le decisioni, il cuore con la volontà, per trovare modi concreti del vivere la fede. Che Gesù risorto ci aiuti a dimorare nella gioia che nasce dall'amore!

Tu hai dato la vita per noi tuoi amici, Signore; insegnaci a vivere come tu hai vissuto, per diventare benedizione ai nostri fratelli, Dio benedetto nei secoli!

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