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TESTO Commento su Matteo 15,21-28

padre Paul Devreux

XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (14/08/2011)

Vangelo: Mt 15,21-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 21partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. 22Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». 23Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». 24Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». 25Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». 26Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 27«È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». 28Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Il vangelo di oggi comincia come finiva quello di domenica scorsa, quando Pietro che sta affondando nel mare grida: "Signore, salvami!". Oggi è una madre disperata che grida e chiede aiuto per la figlia malata. Grida tanto da intenerire o infastidire i discepoli che intercedono per lei presso Gesù.

Gesù si comporta come se non la sentisse, ma la lascia fare. Ai discepoli dice che è stato mandato solo per il popolo eletto, perché questa è una straniera, ma la lascia gridare.

Perché quest'atteggiamento cosi inconsueto e per noi scandaloso?

Forse perché desidera aiutare questa donna a crescere nella fede e a saperla manifestare davanti a tutti.

Come dicevamo domenica scorsa Gesù desidera aiutarci a crescere nella fede proprio perché sa che per noi è un'ancora di salvezza preziosa nel momento del bisogno. Lasciandoci pregare, come fa con questa donna, c'insegna appunto a pregare, e chi ha pregato tanto, poi quando ottiene si rende conto della potenza della preghiera, mentre chi prega poco, quando poi viene esaudito dice: "è un caso, mi è andata bene", e la sua fede e fiducia nel Signore non cresce.

Oggi il mondo ha bisogno di testimoni, di cristiani che credano e sappiano manifestare la loro fede, per aiutare chi non ce l'ha e ne ha bisogno.

In molti paesi, indipendentemente dalla religione di appartenenza, la gente testimonia la propria fede spontaneamente e molto naturalmente. Prima era così anche qui, ce lo testimoniano i nostri fratelli più anziani, ma oggi, nel nostro mondo occidentale, sta diventando un tabù. Mi ricordo Danilo, nostro parrocchiano, che quando qualcuno gli domandava perché andava a messa, rispondeva: "Perché non mi vergogno". Era una bella risposta, ma penso che la nostra reticenza a manifestare la nostra fede sia anche dovuta al fatto che vorremo poter dimostrare che ciò in cui crediamo è vero, ma è proprio il fatto che ne parliamo con semplicità e umiltà, senza voler dimostrare niente se non l'aiuto che la fede ci da personalmente a renderla vera. Per questo dicevo c'è bisogno di TESTIMONI, cioè persone che hanno visto e semplicemente raccontano che la fede li ha aiutati.

 

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