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TESTO C'è pane e Pane c'è vita e Vita per nutrire l'anima
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/07/2011)
Vangelo: Mt 14,13-21 
In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
C'è pane e Pane; c'è vita e Vita.
Come delle altre espressioni basilari della vita, la Bibbia parla spesso del rapporto che gli uomini hanno con il cibo: un rapporto tuttora problematico, sia nei Paesi ricchi (anoressia, bulimia, diete...) sia in quelli più poveri, dove - vedi attualmente la Somalia - letteralmente si muore di fame.
Anche nel mondo antico, in particolare per il popolo di cui la Bibbia riflette le vicende, la possibilità di mangiare tutti i giorni capitava sovente che venisse a mancare: gli israeliti si sono trasferiti in Egitto proprio per sopravvivere a una carestia e, altro esempio, di una carestia protrattasi per tre anni parla la vita del profeta Elia. Si comprende allora perché Dio, intervenendo nelle vicende del suo popolo, abbia assunto il cibo per manifestargli le sue sollecitudini, sia procurandogli quanto serviva alla sua vita fisica (con la manna, ad esempio), sia facendone un segno della beatitudine promessa (la vita eterna è presentata come un festoso banchetto).
In quest'ultimo senso parla del cibo la bella pagina scelta come prima lettura di oggi (Isaia 55,1-3): "Così dice il Signore: O voi tutti, venite all'acqua... Mangiate, senza pagare... Venite a me; io stabilirò per voi un'alleanza eterna". In altre parole, a chi ha fede in lui Dio promette un benessere eterno, rappresentato dall'avere sempre da mangiare e da bere. La pagina del profeta si collega con quella del vangelo (Matteo 14,13-21), che narra la nota moltiplicazione dei pani e dei pesci: "Prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini".
Per il momento la vicenda finisce lì, a dimostrare la premura del Maestro per quanti lo seguivano; anzi meglio, come dice il vangelo, la sua "compassione per loro" che l'aveva indotto ancor prima a guarire i loro malati. Ma leggendo più avanti si capisce che quei pani e pesci, moltiplicati e dati gratis, erano il preannuncio di quell'altro Pane, che egli avrebbe offerto a tutti per nutrire l'anima. Con l'Eucaristia ancora una volta, e nella forma più alta, il cibo materiale è assunto come segno di quello che trascende le possibilità umane di procurarselo. C'è pane e Pane; c'è vita e Vita.
A chi si chiude nei brevi orizzonti dello stare quaggiù, con i soli interessi e le prospettive limitate del mondo visibile, l'Eucaristia spalanca mondi e potenzialità senza fine.