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TESTO Gesù sfama la nostra fame di senso della vita

don Luigi Trapelli

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XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (31/07/2011)

Vangelo: Mt 14,13-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 14,13-21

In quel tempo, 13avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. 14Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

15Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». 16Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». 17Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». 18Ed egli disse: «Portatemeli qui». 19E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 20Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. 21Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gesù compie oggi, nel Vangelo secondo Matteo, la prima moltiplicazione dei pani.

Il Vangelo inizia con Gesù che se ne va, dopo la morte di Giovanni il Battista, in disparte su una barca. Ma le folle lo seguono ormai dappertutto. Hanno capito che, senza di Lui, non riescono a vivere. O forse lo pensano il grande taumaturgo, in grado di compiere miracoli continui.

Gesù sente compassione per loro. Il termine compassione nella Bibbia ha un significato profondo. Dio ci ama a tal punto che vorrebbe patire al posto nostro. Come una madre vorrebbe patire in luogo del figlio, così Dio lo fa nei nostri confronti. Infatti il termine compassione evoca proprio le viscere materne.

I discepoli lo invitano a congedare la folla perché ormai è tardi, è sera. Ma Gesù li invita a comprare loro il cibo. Quello che per gli uomini sembra impossibile, non lo è per Dio. I discepoli, infatti, hanno solo cinque pani e due pesci: nulla davanti alla folla immensa.

Gesù, di fronte alla gente seduta sull'erba, compie il gesto. Un gesto che noi ripetiamo ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa. Gesù prende i pani, li benedice, li spezza, li dona. E' un chiaro gesto eucaristico. Invita però i discepoli a donare alla gente il pane. Compie il prodigio, ma lo vuole condividere con noi.

La gente è sazia e avanzano dodici ceste con riferimento chiaro alle dodici tribù di Israele. Ben cinquemila persone hanno potuto gustare questo cibo.

Condivido tre riflessioni.

A) Gesù vuole sfamare la fame e sete di senso che la gente porta con sé. Il vero prodigio non è soltanto avere moltiplicato i pani e i pesci, ma aver fatto capire alla gente che la Sua Parola, il suo messaggio, sono talmente profondi che incidono sul nostro modo di vivere.

Oggi abbiamo meno bisogno di cibo, specie in questo mondo occidentale, ma abbiamo poca speranza nel vivere.
Facciamo fatica a dare uno scopo pieno al nostro esistere.

Abbiamo tutto e forse per questo siamo incapaci di gustare la novità della vita, presente nelle piccole cose quotidiane.

B) Gesù moltiplica i pani e i pesci partendo dal poco che abbiamo.

A volte diciamo che non siamo in grado di impegnarci a dovere, abbiamo poche qualità, per cui è meglio che facciano gli altri. Il problema non è fare tante cose. L'essenziale è donarle, metterle a disposizione degli altri.

Il nostro poco diventa tanto se è offerto, se non è tenuto gelosamente per sé.

C) Gesù compie il miracolo, ma vuole che siano i discepoli ad offrire il pane alla folla. E' meglio compiere meno cose, ma condividerle. Quando si agisce per conto proprio, si rischia di sbagliare perché non ci si confronta.

Gesù ha capito che solo collaborando con le persone che vivevano con Lui, i suoi discepoli, poteva far comprendere meglio il gesto compiuto. Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, pensiamo alla ricchezza della liturgia. Il pane donato e il sangue versato, siano l'invito ad essere persone che vivono nel dono continuo. Ringraziando Gesù che sempre nutre compassione per ciascuno di noi.

 

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