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TESTO Alla ricerca della perla preziosa

don Luigi Trapelli

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (24/07/2011)

Vangelo: Mt 13,44-52 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

47Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. 48Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. 49Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni 50e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.

51Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». 52Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».

Forma breve (Mt 13,44-46):

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 44Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.

45Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; 46trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.

Dopo la parabola di domenica scorsa della zizzania e del buon grano troviamo altre tre parabole: del tesoro, della perla e della rete. Analizzerò, in modo particolare, le prime due parabole.

Gesù parte dalla realtà degli ascoltatori e quindi oggi parlerebbe alle varie categorie di persone implicate in lavori e attività diverse. Il significato di queste parabole è chiaro.

Quando si trova ciò che dona significato alla nostra vita, si lascia tutto per andare in cerca di quella realtà: pensate al lavoro, alla famiglia, agli amici. Quante persone hanno sacrificato la propria vita in vista di un ideale ancora più grande. Penso a tante donne che hanno fatto una scelta famigliare o a professionisti che, al contrario, pongono il loro lavoro come fattore fondamentale o persone che, a livello etico, non accettano certi compromessi e così via.

Nell'ambito della fede, Gesù ci invita a compiere alcune rinunce perché quello che conta non è la perdita, bensì il guadagno: il tesoro nascosto in un campo. La scelta di ogni vocazione si lega a queste parabole, ma è ovvio che la scelta evangelica più radicale ha senso solo all'interno di questo percorso. Una persona si consacra al Signore scegliendo il celibato non in vista di una rinuncia, ma di un'esperienza ancora più grande. Il celibato ci aiuta a sentirci legati a ogni persona in modo più libero, perché l'unico vincolo che un consacrato sperimenta è la scelta di donare tutto a Gesù.

La perla preziosa ci richiama la ricerca perché la fede è un dono, ma esige occhi ed orecchie bene attenti. Servono persone sveglie che smettono di essere apatiche e si interrogano sui veri perché della propria vita

Pensate alla gioia di essere cristiani oggi avendo maturato atteggiamenti sereni di accoglienza. Ogni giorno lodo Dio per il dono della fede, che mi fa affrontare realtà più complesse, ma le vivo con una grande fiducia in Dio. Sono convinto che essere credente sia sicuramente difficile, ma che sia ancora più arduo sentirsi non credente, perché si perde il significato ultimo del vivere.

La parabola, poi, mi parla anche di colui che è il proprietario del campo e non si accorge del bene prezioso che è presente in quel campo.
Noi a chi assomigliamo?

Quante persone vorrebbero risvegliare una fede assopita, ma sono bloccati perché per loro il tesoro è altrove. Fare i catechisti oggi è un compito molto difficile, laddove manca una vera esperienza di fede in famiglia. Rimango sempre stupito quando vedo in Chiesa dei ragazzi che vengono a Messa anche se i genitori non frequentano.

Del resto oggi è difficile parlare nella nostra famiglia di Cristo o semplicemente fare un segno di croce. Per questo ogni domenica alla Messa, prima di iniziare l'omelia, ringrazio i presenti perché andare in Chiesa è un segno che la fede è ancora presente, anche se le fila dei presenti si assottigliano.

Dobbiamo svegliarci e vivere il cristianesimo senza paura di ideali alti, perché i giovani hanno voglia di questo modo di essere senza tanti compromessi. Ma noi abbiamo trovato la perla preziosa, il tesoro nascosto in un campo, abbiamo incontrato Gesù. Vogliamo così rivelare agli altri la gioia vera, avendo scoperto il significato autentico della nostra esistenza: donarci agli altri per Gesù.

 

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