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TESTO Vivere immersi in un mondo di bene e di male

don Luigi Trapelli

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (17/07/2011)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Domenica scorsa abbiamo parlato della parabola del seminatore e degli insuccessi che Gesù e la Chiesa sperimentano. La parabola che segue è la prosecuzione di quella del seminatore. Si parla di un contadino che semina il proprio seme buono e si accorge che, accanto al proprio seme, cresce anche la zizzania. La vera meraviglia di questa parabola non è collegata alla presenza della zizzania, ma si lega al fatto che il padrone chiamato Signore non ordina di strappare la zizzania, lasciandola crescere con il grano. La separazione, infatti, avverrà alla fine dei tempi, mentre nell'oggi esiste la convivenza di bene e di male.

Il bene e il male, i santi e i peccatori, crescono insieme in una realtà che non sempre si può districare, anche quando delle persone vorrebbero che la Chiesa usasse criteri più selettivi. Ricordando la frase di Sant' Agostino di Ippona il quale diceva che esistono tante pecore fuori la Chiesa e tanti lupi dentro. Anzi Agostino sosteneva che coloro che noi definiamo cattivi esistono in questo mondo o perché si convertano o perché per essi i buoni esercitino la pazienza.

Il bene e il male coesistono sempre e il giudizio non spetta all'uomo, ma a Dio che giudicherà a tempo debito. La pazienza di Dio è più grande di ogni piccolezza umana. Noi invece, a volte, creiamo una civiltà di nemici per il gusto di criticare gli altri. Quante volte affermiamo che una tal persona è brava, mentre l'altra non capisce nulla, forse perché la pensa diversamente da noi.

Dovremmo cercare di superare la mentalità per cui da una parte sta il bene e dall'altra il male. In questo modo rischiamo di giudicare le persone partendo dal presupposto di sentirci noi i migliori. Inoltre più ci analizziamo, più scopriamo che il bene e il male non solo convivono nell'umanità, ma anche dentro di noi per cui, come dice san Paolo, non faccio il bene che voglio ma il male che non voglio!

Quante volte ci accorgiamo degli sbagli che compiamo pentendoci, ma anche chiedendoci perché li abbiamo commessi!

Gesù ha vedute più larghe delle nostre che vorremmo fare giustizia in fretta e il suo esempio dovrebbe diventare per noi l'opportunità per cogliere il positivo che è presente in me e negli altri.

In un mondo segnato dalla discordia, la Chiesa possa testimoniare un messaggio di grande unità e di forte speranza.

 

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