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TESTO Commento su Matteo 13,24-43

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (17/07/2011)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 13,24-43

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Siamo in riva al mare. Gesù è salito su una barca affinché tutti possano sentire e, sedute sulla spiaggia, ci sono tantissime persone che lo ascoltano. La sua fama ormai si è sparsa un po' dovunque e, quando parla, si raccoglie attorno a lui una gran folla che vuole comprendere il suo messaggio di salvezza. In questo sereno paesaggio, domenica scorsa il Maestro ci ha raccontato la parabola del seminatore e oggi, per spiegarci che cosa intende per Regno dei Cieli, ce ne racconta addirittura tre!
Per fare ciò usa semplici immagini della vita contadina:
UN CAMPO DOVE CRESCONO ASSIEME GRANO E ZIZZANIA
UN GRANELLO DI SENAPE, IL PIU' PICCOLO TRA I SEMI
UN PUGNO DI LIEVITO CHE UNA DONNA USA PER IMPASTARE LA PASTA

Vedete anche voi che le tre immagini sono prese dalle piccole cose di ogni giorno e già da qui possiamo intuire che la "piccolezza" è la caratteristica di Gesù: "piccolezza" che però è segno di grandezza. Questo lo capiamo bene quando ci parla del granello di senape, il più piccolo tra i semi che, crescendo, diventerà un albero grandissimo. Con questo esempio Gesù ci vuole dire la fiducia di Dio in ognuno di noi: anche se siamo piccoli, anche se i nostri gesti d'amore sono piccoli, quando siamo disponibili a donare possiamo fare cose grandi. Come il piccolo seme di senape si trasforma in un albero imponente ed accogliente, così anche noi possiamo trasformare la nostra vita e quella degli altri e possiamo costruire, già in questo mondo, il Regno di Dio. Vi ricordate quel "piccolo" SI' di una sconosciuta ragazza, pronunciato nella solitudine davanti ad un angelo, nel piccolissimo e povero villaggio di Nazaret? Così è iniziato il cristianesimo! Ed ora i cristiani sono due miliardi nella terra...

Anche la parabola del lievito ci fa capire il compito di noi "amici di Gesù", ci fa capire come possiamo far crescere il Suo Regno. E' sufficiente poca cosa, poco lievito per far sollevare la massa di farina e farla diventare pane, cibo necessario per la vita di tante persone. E' sufficiente che ci siano "due o tre riuniti nel suo nome e Gesù sarà in mezzo a loro", ci dice l'evangelista Matteo al capitolo 18,20: questa presenza di Gesù tra noi, anche se siamo solo due o tre, è garanzia che il Regno di Dio, attraverso il nostro impegno, lieviterà e porterà VITA al mondo intero.

Nella terza parabola Gesù sceglie un campo dove crescono assieme grano e zizzania. Io abito in una zona in cui ci sono molti campi di grano ma vi dirò che non ho mai notato la zizzania! Eh già... questa è un'erba molto furba, si nasconde in mezzo al grano e sfugge ad un occhio inesperto, almeno finché non è un po' grandicella. Gesù ci parla di grano e zizzania, come mai? Il grano, lo sapete bene, è una pianta buonissima e guai se non ci fosse! La zizzania, oltre che non servire a niente, porta via terreno e nutrimento al grano: è un'erba cattiva. Il padrone di questo campo semina grano, cioè seme buono, ma assieme cresce pure zizzania... Ma chi l'avrà seminata? Bisogna toglierla o no? Il padrone dice di lasciarla lì perché la scelta sarà fatta al momento della mietitura. Forse anche noi saremmo andati dal padrone, come i servi, per chiedere di togliere subito la zizzania perché abbiamo sempre fretta, vogliamo tutto e subito, facciamo tanta fatica ad aspettare. Gesù ci insegna invece la "pazienza" che non è un aspettare prima per punire poi più duramente! La pazienza di Gesù è bontà, misericordia, perdono, speranza, volontà di salvare. Vedete bambini, questo campo possiamo essere anche noi perché in ognuno di noi c'è del bene e c'è del male. E' normale che sia così perché essendo esseri umani abbiamo tante cose da migliorare, ma il Signore ha tantissima pazienza con noi e aspetta fino all'ultimo momento che ci convertiamo. Questo, Gesù ce lo spiega parlando appunto della zizzania: i servi, come abbiamo sentito, la toglierebbero subito col rischio però di tagliare anche il grano, ma il Signore non la pensa così perché nessuna spiga deve essere persa! Nel Suo cuore, infatti, c'è sempre il desiderio di non perdere nessuno di noi e così aspetta, aspetta, aspetta... e nello stesso tempo ci è vicino col suo amore per perdonarci e per aiutarci a tornare sempre sul suo cammino. Una riflessione che vorrei fare con voi è questa: noi, spesso, tendiamo a vedere la vita delle altre persone come un campo in cui c'è più zizzania che grano per cui saremmo portati a tagliare subito la zizzania degli altri!!! E questa erbaccia cattiva che sicuramente c'è anche nel nostro campo, la vediamo? Penso che sia successo anche a voi, anche se siete ancora piccoli, di criticare qualche vostro amico, di giudicare, di comportarvi non correttamente... succede, purtroppo, troppe volte anche fra gli adulti e il Signore, con questa parabola, ci insegna che questo non è amore, questo non è costruire il Suo Regno. Sappiamo bene, infatti, che il regno di cui parla Gesù non ha a che fare col potere, con la forza fisica, con gli imbrogli, con le bugie, con l'accusarsi a vicenda, con l'invidia, con la gelosia, ma è un regno di armonia, di pace, di giustizia, un regno in cui ogni uomo è accolto e amato per quello che è. Compito nostro dunque è cercare di lavorare con impegno per cambiare prima di tutto noi stessi da zizzania in grano! Solo con il nostro esempio di vita basato sull'amore, infatti, riusciremo a sradicare la zizzania degli altri, pianta seminata nel buio da chi sa compiere solo azioni cattive. Diamoci da fare allora per far crescere questo Regno di Dio sulla terra! Cominciamo dalle piccole cose di ogni giorno! Anche se sembrano piccole, quando sono fatte per amore sono così grandi ed hanno una tale potenza che possono cambiare il mondo.

Il nostro unico compito è dunque amare. Anche la zizzania? Direi proprio di sì. Gesù ci ha detto o no che dobbiamo amare anche i nostri nemici?

Sentite ora la storiella di un campo in cui non c'era "zizzania"....

Un padre lasciò in eredità ai suoi due figli un campo di grano. I due fratelli divisero

equamente il campo. Uno era ricco e non sposato, l'altro povero e con molti figli. Una notte, al tempo della mietitura, il fratello ricco si rigirava nel letto e diceva tra sé:"Io ho già tanto, a che mi servono tutti quei covoni? Mio fratello è povero ed ha bisogno di molto frumento per la sua famiglia". Si alzò, andò nella sua parte di campo, prese una gran quantità di covoni di grano e li portò nel campo del fratello. Nella stessa notte suo fratello pensò:"Mio fratello non ha né moglie né figli. Motivo di gioia, per lui, è vedere che il suo lavoro porta buoni frutti. Io voglio accrescergli questa gioia". Si alzò, andò nella sua parte di campo e portò una gran quantità di covoni nel campo del fratello. Quando entrambi, al mattino, andarono nel proprio campo, si meravigliarono che il grano non fosse diminuito! Nelle notti che seguirono fecero tutti e due sempre la stessa cosa. Ma una notte i fratelli, con le braccia cariche di grano, s'incontrarono sul confine dei campi. Si resero conto di quello che era successo e felici si abbracciarono.

Commento a cura di Maria Teresa Visonà

 

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