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TESTO Come avvenne nei giorni di Noè

don Romeo Maggioni  

IV domenica dopo Pentecoste (Anno A) (10/07/2011)

Vangelo: Lc 17, 26-30.33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 17, 26-30.33

26Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: 27mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti. 28Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. 30Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.

33Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.

Estate, tempo di vacanza..., anche dell'anima! Sulla spiaggia, nel villaggio, in tourné.. chi ha tempo e voglia di pensare a Dio? trovare la chiesa per la messa?

Siamo in un mondo che vive.. come se Dio non fosse! Lavoro, affari, preoccupazioni..: basta pensieri seri, almeno un po' di svago senza troppo rigore!

Poi capita di aprire gli occhi in occasione di qualche disgrazia, di qualche fallimento, .. e la disperazione perché s'è perso il senso della vita, le certezze e le verità che ci possono aprire a qualche speranza, al coraggio per la ripresa. Si soccombe con la depressione, o si evade per non pensarci più: si sopravvive!

Ma è vita? Dobbiamo sparire nel gorgo di un mare che ci sommerge .. fino alla morte, o c'è un'àncora di salvezza, un appiglio e una prospettiva di vita diversa? Appunto, un'arca che ci faccia galleggiare sul diluvio e ci garantisca una vita, una vita piena, felice; o meglio, una vita vera!

Oggi la Parola di Dio ci richiama alla nostra responsabilità e ci prospetta uno sbocco positivo offertoci da Dio.

1) Non si accorsero di nulla

A sentire i discorsi al bar o sulla piazza, vien da pensare che spesso .. si viva fuori della realtà, si evada in centomila interessi fasulli, anzi contrari ai valori del Regno; distratti, come gli uomini del tempo di Noè.. che "non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti" (Mt 24,39). Proprio così: mangiavano e bevevano, facevano soldi e andavano a sciare ogni domenica, parlavano di Inter e Milan e di donne... e non s'accorgevano d'altro! Che cos'è l'anima? Che cos'è Dio? Che cos'è il mio destino ultimo? Tutti chiudono gli occhi, neanche più la morte li scuote. Tutti sembrano della gente immortale. L'umanità è come narcotizzata, addormentata dal consumismo e dall'edonismo materialista. E non s'accorge di nulla.

Non s'accorge della superficialità, ma non s'accorge neanche del male che dilaga, del paganesimo che ha fatto perdere ogni valore e ogni verità, trascinando un mondo verso l'imbarbarimento e l'invivibilità. Paolo oggi ne fa un quadro spietato: "Sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere" (Epist.). Non solo non si vedono, tanto ci siamo immersi e abituati, ma - è sempre Paolo - quel che è peggio: "pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa" (Rm 1,32). Basta sentire qualche dibattito televisivo o sfogliare qualche giornale .. quanto sfoggio supponente di emancipazione!

"Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si manifesterà". Il riferimento è certamente al giudizio finale, ma Gesù spesso sollecita di essere attenti al Regno dei Cieli annunciato e iniziato tra noi con la sua venuta nella carne. Cioè questo tempo della Chiesa nel quale ognuno di noi è chiamato a fare le sue scelte di bene. "Riguardo a queste cose - cioè alle opere della carne - vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il Regno di Dio" (Epist). In questo senso Gesù è radicale: "Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva". Chi pensa di vivere nell'indifferenza e nella malvagità pensando di arrangiarsi nella vita, alla fine sarà un fallimento, bloccato dalla morte e dal giudizio di Dio che esclude chi ha costruito lontano da lui!

2) Fatti un'arca..

"Il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra": parola pesante, .. poteva farla finita con l'uomo! Invece il Signore disse a Noè: "Fatti un'arca di legno di cipresso..". "Noè trovò grazia davanti al Signore.., era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio". La scelta di Dio fu il coraggio di riprendere, di ricominciare da capo, di avere di nuovo fiducia nell'uomo! Proprio con Noè Dio rinnoverà l'alleanza, gradirà il sacrificio di ringraziamento dopo il diluvio, e porrà il segno dell'arcobaleno come promessa di non più distruggere l'umanità (Gen 9,8-17). Aveva trovato un uomo di fede, e "per questa fede ricevette in eredità la giustizia secondo la fede" (Eb 11,9). Gli è bastato un uomo giusto per ripartire.., come effettivamente avverrà con Gesù, il Giusto innocente che davanti a Dio riconcilia tutta l'umanità e dà definitivamente avvio alla nuova ed eterna alleanza.

L'arca che salva dal marasma del mondo è la Chiesa, alla quale Cristo ha affidato il Suo Spirito capace di cambiare i cuori degli uomini: "Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito" (Epist.). Ne vengono frutti di vita diversi e tanto salutari: "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sè" (Epist.). Tutto un altro mondo, che noi cristiani, "guidati dallo Spirito di Dio" (Rm 8,14), siamo chiamati a vivere come primizia e segno, cioè sale, luce, lievito.

Pur in mezzo ad un mondo che sembra andare alla deriva, noi credenti siamo annunciatori e costruttori di speranza, perché conosciamo il vero cuore di Dio, sempre pronto alla misericordia e al perdono. Non profeti di sventura o di castighi divini che scombussolano il mondo. Anche le calamità naturali che spaventano, vanno lette come una dura pedagogia divina all'eccesiva presunzione di sentirci padroni del mondo, e come stimolo a una maggior solidarietà in una cultura individualista ed tanto egoista. Lo Spirito opera nella Chiesa, ma semina suoi impulsi di bene anche in tanti uomini giusti sparsi per il mondo. "Segni dei tempi", risorse anche "anonime", che nella sua regia di salvezza Dio sa convogliare ad un disegno positivo: "per il governo della pienezza dei tempi, ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose" (Ef 1,10).

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Stiamo rievocando in queste domeniche le vicende della nostra storia umana nella sua relazione con Dio; non propriamente dei fatti, ma una loro lettura religiosa. La lezione del tempo di Noè non è servita a fermare la corruzione dell'uomo e il suo rifiuto di Dio. Ma Dio ha promesso di non distruggere più l'uomo, ma di iniziare da dentro questa umanità una rapporto personale con quanti - con fede e in libertà - si vogliono aprire ad una sua amicizia. E' la svolta della Storia della Salvezza che ora inizia con Abramo.

 

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