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TESTO Fermate la corsa!

Wilma Chasseur  

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (03/07/2011)

Vangelo: Mt 11,25-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 11,25-30

In quel tempo Gesù disse: 25«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Il tema dominante dei testi di questa domenica è l'umiltà. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore". Termine ormai in via d'estinzione in una società che predica l'arrivismo a tutti i costi, la corsa ai primi posti, l'importanza di strappare il consenso, l'applauso, l'audience, la prima pagina e poi anche la seconda e la terza e via di seguito.

Farsi avanti o farsi indietro?

In un mondo dunque, dove tutti dicono che bisogna farsi avanti, il Vangelo invita a farsi indietro. "Imparate da me che sono mite e umile di cuore e -ecco il bello!- troverete ristoro per le vostre anime". Ecco perché il mondo non trova ristoro e neanche riposo: perché è una gran fatica stare dietro a tutto quel farsi avanti, e anche un gran dispendio di energie, mentre starsene indietro o, perlomeno, starsene al proprio posto, sarebbe, oltre che un gran riposo, anche un gran ristoro per le nostre anime. Infatti solo allora saremmo veramente ristorati perché saremmo visitati dalla presenza dell'Amico per eccellenza che - finché siamo tutti occupati a cercare i primi posti - non possiamo

pretendere di incontrarlo per il semplice fatto che non ci sogniamo neanche di cercarlo! E Lui rispetta e sta in disparte...

"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli". Solo occupandoci di ascoltare Lui - e non il mondo - impareremmo infatti, "quelle cose" che ci renderebbero veramente sapienti, di quella sapienza tutta speciale, nascosta, non appariscente né ridondante, ma tanto più sostanziale, perché procedente dalla Sapienza stessa, fatta Persona.

- Anche i tempi corrono...

"Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò". Siamo affaticati certo, perché continuamente alla ricerca di cose che non ci sono, cioè che ci sfuggono perché non ci saziano: sono come dei miraggi che appena crediamo di afferrarli e di spremerli fino all'ultima goccia, ecco che si volatilizzano nel nulla, lasciandoci l'amaro in bocca e il vuoto nel cuore.

Siamo stanchi certo, perché continuiamo a correre e non abbiamo neanche più il tempo di chiederci dove andiamo, anzi addirittura il tempo si è messo a correre pure lui - non diciamo forse sempre più spesso "coi tempi che corrono"... Siamo riusciti a far correre anche il tempo, come se, stando fermo, non passasse lo stesso! E poi ci stupiamo di essere stanchi! Di questo passo arriveremo, non solo stanchi, ma sfiniti! Dove? Ecco il punto: nessuno lo sa! Si corre e si continua a correre, ma la meta, nessuno sa quale sia e, forse, nessuno se la prefigge più. Quindi la conseguenza più logica è che siamo anche oppressi, è il minimo! Come non essere oppressi da questo continuo correre senza mai sapere perché si corre e dove si corre? Siamo oppressi dal non senso della nostra esistenza, dal non trovare risposte perché non siamo più capaci di farci le vere domande: perché vivo, da dove vengo, dove vado, chi sono?

- Nuova carta d'identità...

Abbiamo perso la nostra carta d'identità, quella nuova, vera, esistenziale, che ci verrà chiesta, non ai confini di Stato, ma a quelli della vita:
Chi sei? Figlio
Da dove vieni? Dall'Esilio (questa terra)
Dove vai? Torno in Patria (il Cielo)
Chi è tuo padre? Dio
Il visto d'entrata? I meriti di Gesù Cristo morto per me

E' questa la nostra realtà: veniamo da Qualcuno e torniamo a Qualcuno. Non veniamo dal nulla e non torniamo al nulla, ma veniamo da Dio e torniamo a Lui. Non esiste il nulla, esiste Dio. Jahwè

significa "Colui che è", mentre il nulla vuol dire "ciò che non è". Come si può credere di tornare nel nulla che per definizione non esiste. C'è una contraddizione in termini. Ma Dio non è solo Colui che è, cioè che esiste per forza propria, ma anche Colui che ci è vicino, Vicino ad ognuno di noi: ci ascolta, ci perdona e ci ristora quando siamo stanchi, affaticati e oppressi.
Pensiero della settimana:
Vuoi sapere come si chiamano le stelle e quante sono?

Ebbene, forse non lo sapevi, ma le stelle sono tutte contate e hanno, ciascuna, un nome. E sono

sempre chiamate per nome. Quante siano e come si chiamino non te lo so ancora dire, ma Dio le conta continuamente e le chiama sempre per nome: numero e nome che ci rivelerà quando Lo incontreremo lassù in cielo. Ma Egli conta e chiama per nome anche i cuori affranti che sono quaggiù sulla terra, compreso il tuo e il mio. E fascia le nostre ferite.
"Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio.
Dolce è lodarlo come a lui conviene.

Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi d'Israele:
Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite.
Egli conta il numero delle stelle
E chiama ciascuna per nome.

Grande è il Signore onnipotente, la sua sapienza non ha confini.

Il Signore sostiene gli umili, ma abbassa fino a terra gli empi".
SALMO 146

 

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